Qualche giorno fa il presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ha parlato di rischio razionamento di alcuni beni. Ha spiegato che non siamo in un’economia di guerra ma dobbiamo comunque prepararci. Ha aggiunto inoltre che gli allarmi lanciati da alcuni giornali sono esagerati in quanto non ci sono razionamenti. L’Italia si deve però preparare, che significa? Che davvero si temono scaffali vuoti dei supermercati e il razionamento di luce e gas?

È reale il rischio razionamento luce e gas?

Al momento non vi è alcun allarme di un rischio razionamento ma bisogna prepararsi a tale evenienza per il futuro.

Draghi ha spiegato infatti che “se le cose dovessero peggiorare dovremmo sicuramente entrare in una logica di razionamento“. Ha sottolineato inoltre due gravi problemi che ci sono e ci saranno per colpa del conflitto. Parliamo della mancanza delle materie prime e dei costi alti dell’energia. Per ovviare a quest’ultimo problema il governo infatti sta stringendo accordi con paesi del Nord Africa come Algeria e Arabia Saudita. In ogni caso anche Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, ha parlato di possibile razionamento di luce e gas ovvero di riduzione dei consumi. Nel caso di scenari estremi, infatti, si potrebbe arrivare alla limitazione della fornitura di energia e gas. Ma come? Ad esempio riducendo l’orario di accensione dei riscaldamenti. Ovviamente il problema non sarà adesso in quanto ci avviamo verso il bel tempo ma per il prossimo inverno.

Il rischio razionamento è anche nei supermercati per gli scaffali vuoti?

Un altro possibile razionamento potrebbe esserci nei supermercati anche se Patuanelli, ministro Agricoltura, ha spiegato che non c’è alcun rischio. È inutile quindi fare scorte in quanto non vi è carenza di nessun prodotto. La paura è che la disponibilità di alcuni prodotti possa diminuire come la pasta, l’olio di semi, la farina, il pane e tanto altro.

Proprio per impedire ciò, molti supermercati hanno introdotto un numero massimo di prodotti da poter acquistare. Il timore dei cittadini riguarda anche il caro prezzi. L’altro ieri nel suo dataroom all’interno del tg di La7 la Gabanelli ha spiegato che i prezzi del grano sono saliti e aumenteranno ancora. Quest’ultimo per la guerra in corso potrà essere sostituito con quello canadese che però è trattato con il glifosato, un potente erbicida potenzialmente cancerogeno che noi usiamo poco. Ha aggiunto inoltre che l’Ucraina è il nostro secondo fornitore di mais che serve molto come mangime per gli animali. Può essere sostituito con il mais americano che però è in gran parte Ogm e quindi vietato dai nostri consorzi. Patuaneli in merito a ciò dice che temporaneamente si dovrà chiudere un occhio. Purtroppo gli scenari futuri non sono quindi per nulla idilliaci ed in più Tabarelli, presidente di Nomisma, ha aggiunto che la carenza del gas russo potrebbe portare ad un’inflazione ancora più elevata. Il professore ha ipotizzato, infatti, in un’intervista al Messaggero, che il gas potrebbe costare più di 300 euro per megawattora e la benzina sopra i 3 euro al litro. Per Tabarelli potrebbe essere molto difficile sostituire il gas russo e nel caso si decidesse di farlo è certo che ci sarebbe la necessità di razionare i consumi.
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