Alexandre de Juniac della Iata che è l’associazione internazionale dei vettori ha comunicato che le compagnie aeree non possono permettersi di erogare rimborsi per i voli cancellati a causa dell’emergenza Coronavirus. Ecco le info in merito e quelle degli eventuali possibili rimborsi per le palestre ed i centri benessere comunicati dall’Unione Nazionale dei Consumatori.

Non è possibile rimborsare i biglietti

Il numero uno della Jata, de Uniac ha comunicato durante una conference call con i giornalisti che le compagnie aeree non possono permettersi di erogare rimborsi ai passeggeri che hanno acquistato voli cancellati, poi, per l’emergenza Coronavirus.

Questo perché poi rischierebbero di fallire. Le compagnie aeree, infatti, al momento dovranno fare il possibile per non finire con la cassa prosciugata. Questo è quello che ha riferito de Uniac alle diverse associazioni dei consumatori sia europee che degli Usa che avevano chiesto a gran voce che venissero rispettati i diritti dei passeggeri e quindi i rimborsi.

Il capo economista della Iata, poi, ha riferito che nei mesi di aprile, maggio e giugno il totale dei biglietti da rimborsare sarebbe di 35 miliardi di dollari, denaro che le compagnie aeree preferirebbero utilizzare per non affogare.

Rimborsi palestre e centri benessere: le info

In Italia sono molte le persone che fanno sport e che vanno in palestra per un giro d’affari di circa 10 miliardi di euro. Proprio per non affondare, molti centri benessere e palestre nelle ultime settimane stanno proponendo ai loro clienti di congelare gli abbonamenti in essere e di utilizzarli quando l’emergenza Coronavirus sarà terminata. In merito a ciò, l’Unione Nazionale dei Consumatori, comunica che sarà il cliente a decidere poi se accettare o richiedere il rimborso della parte dell’abbonamento del quale non potrà fruire.

In ogni caso il Codacons sula sua pagina ufficiale ha proposto già da un po’ di tempo un modulo al costo di 2 euro per richiedere la restituzione parziale dell’abbonamento alla piscina, alla palestra o ad altra attività per la quale ha pagato.

Il rimborso spetta di diritto ai consumatori in quanto lo prevede l’articolo 1463 del Codice Civile.

In merito agli ingressi senza scadenza temporale, invece, Dona dell’Unione Nazionale dei Consumatori ha spiegato invece che il rimborso non sarà dovuto se il contratto prevede un numero prestabilito di ingressi senza delle scadenze temporali. Qualora invece l’abbonamento sia mensile-annuale con ingresso libero si dovrebbe avere diritto alla restituzione della quota di parte dell’abbonamento non utilizzato per emergenza Covid-19.

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