Archiviate solo temporaneamente le nostre indagini sui mutui casa, affrontiamo la delicata osservazione dei finanziamenti fotovoltaici e per investimenti eco-energetici: prestiti che hanno garantito alle società bancarie importanti tassi di crescita concomitanti con il boom del comparto, e che hanno permesso alla clientela privata (retail e business) di poter supportare le operazioni di investimento in energie alternative mediante un rimborso graduale, spesso ben bilanciato con le agevolazioni previste dalle varie edizioni del Conto Energia.

Iniziamo così, da oggi, un viaggio all’interno dei prestiti ecologici predisposti dai principali istituti di credito italiani, al fine di comprendere quali sono le principali caratteristiche tecniche dei prodotti offerti dalle aziende bancarie italiane, e il loro grado di convenienza su operazioni di installazione di impianti di media potenza.

Prestito ecologico.

Intesa Sanpaolo cerca di conquistare importanti quote nel mercato creditizio eco-energetico attraverso il suo “Prestito ecologico”, un finanziamento personale utile per poter investire in energia pulita e fonti rinnovabili, rivolto a tutta la clientela dipendente e lavoratrice autonoma, titolare di un conto corrente presso una qualsiasi delle filiali dell’istituto di credito, che acquisti l’impianto eco-energetico per scopi non professionali, e con età compresa tra un minimo di 18 anni (al momento della sottoscrizione del finanziamento) e un massimo di 75 anni (al momento dell’estinzione del finanziamento).

Le finalità contemplate.

Sebbene i finanziamenti eco-energetici (e, in essi, il Prestito ecologico di Intesa Sanpaolo) siano spesso associati alla possibilità di richiedere tali linee di credito per far fronte a operazioni di acquisto e di installazione di impianti fotovoltaici, numerose sono in realtà le finalità contemplate dai fogli informativi di trasparenza: su tutte, evidenziamo la possibilità di poter progettare – oltre che gli impianti fotovoltaici già ricordati in più occasioni – pannelli solari o termici, l’installazione di finestre e di infissi che possano migliorare la coibentazione degli stabili e diminuire la dispersione di calore, l’installazione di caldaie di nuova generazione ad alta efficienza energetica, l’acquisto di automezzi ecologici e a trazione elettrica, l’acquisto di elettrodomestici ecologici.

Durata del programma di rimborso.

Al di là dell’ampiezza delle finalità contemplate dal prodotto ecologico di Intesa Sanpaolo, piuttosto positiva ci sembra anche la possibilità di poter predisporre un’ampiezza del piano di ammortamento compresa tra un minimo di 2 anni e un massimo di 15 anni, a cui può essere altresì aggiunto un periodo di preammortamento tecnico (relativo al periodo tra la data di stipula e di erogazione del contratto, e il pagamento della prima rata di ammortamento – con quota capitale – che conterrà altresì gli interessi di preammortamento). Ad ogni modo, la durata massima di 15 anni sembra essere riservata unicamente per le operazioni di finanziamento dell’acquisto e dell’installazione di impianti fotovoltaici, mentre durate inferiori e personalizzate sono contemplate per le altre finalità perseguibili dal prodotto (in linea di massima coincidenti con gli 8 anni).

In proposito, ricordiamo che la restituzione del capitale erogato avverrà attraverso un piano di ammortamento contraddistinto dalla periodicità mensile nel pagamento delle rate. Non sono attualmente previste periodicità differenti (es. trimestrale o semestrale).

Importo finanziabile. L’importo finanziabile mediante tale prodotto creditizio può concorrere anche al 100% del valore dell’investimento eco-energetico. In termini assoluti, tuttavia, la proporzione dovrà rispettare un range di erogabilità piuttosto ampio, compreso tra un minimo di 2.500 euro e un massimo di 100.000 euro: una forbice di importo che ci pare piuttosto soddisfacente, e ben in grado di rispondere alle esigenze creditizie della clientela privata che desideri poter compiere un importante investimento eco-energetico per la propria abitazione.

Fotovoltaico e GSE.

Per quanto aspetto comune in tutti i finanziamenti fotovoltaici, ricordiamo che anche il prestito ecologico funziona mediante cessione del credito nei confronti di GSE (il Gestore dei Servizi Energetici).

Pertanto, per i finanziamenti destinati alla sola realizzazione di impianti fotovoltaici, con una durata superiore agli 8 anni, è richiesta dalla banca la “cessione del credito” che il cliente vanta nei confronti del Gestore. Entro nove mesi dalla data dell’erogazione del finanziamento il cliente dovrà pertanto richiedere al GSE il riconoscimento della tariffa incentivante prevista dalle attuali versioni del Conto Energia, e cedere alla banca il credito vantato nei confronti del GSE mediante la stipula di uno specifico atto, da formalizzarsi con intervento notarile.

Il tasso.

Giungiamo pertanto ad analizzare le caratteristiche del prodotto in merito alle condizioni di principale influenza nella sua onerosità. Il tasso di interesse è fisso per l’intea estensione del contratto di finanziamento: una caratteristica che, come intuibile, permetterà alla clientela dell’istituto di credito di poter affrontare il pagamento delle rate del piano di ammortamento attraverso la maggiore serenità determinata dalla costanza delle uscite monetarie, che non subiranno alcun cambiamento anche nell’ipotesi di forte oscillazione dei tassi di interesse di riferimento sui mercati finanziari.

L’obbligatorietà della previsione del tasso di interesse fisso all’interno delle condizioni di onerosità del prodotto ci lascia tuttavia parzialmente insoddisfatti: avremmo infatti preferito riscontrare anche una versione del Prestito ecologico a tasso di interesse variabile, che potesse rispecchiare al meglio le esigenze di quella clientela che desidera indebitarsi a condizioni di onerosità in linea con quelle proposte dai mercati finanziari, senza esser vincolata alle rigidità del tasso di interesse fisso.

Al di là delle mere valutazioni tecniche in merito all’esistenza o meno di alternative al tasso di interesse fisso, segnaliamo come, attualmente, il prodotto preveda l’applicazione di un tasso di interesse annuo nominale pari al 10%: un tasso di interesse che può apparire sostanzialmente elevato, ma che purtroppo ripecchia le attuali condizioni di tensione di liquidità presenti nel mercato, con tassi per prodotti similari che – come in questo caso – non disdegnano la doppia cifra.

Le spese.

Non numerose sono le spese legate alla concessione del prodotto. Su tutte ricordiamo la presenza di una imposta sostitutiva pari allo 0,25% sull’importo erogato, costo di comunicazioni di legge pari a 0,7 euro per produzione e invio della lettera, spese di istruttoria percepite in misura fissa per 400 euro. Non sono invece presenti commissioni per l’incasso delle rate, né altre ipotesi accessorie. È infine prevista la commissione di rimborso anticipato (ammesso in qualsiasi momento, sia per importi totali che per importi parziali) pari a un punto percentuale sull’importo restituito all’istituto di credito.

Il nostro esempio.

Simuliamo infine, prima del nostro giudizio conclusivo sul prodotto, una richiesta per 40 mila euro, da rimborsare in 120 mesi. Il tasso annuo nominale sarà pari a un costo fisso di 10 punti percentuali – come sopra peraltro anticipato – a contribuzione di un TAEG del 10,788%, influenzato altresì dalla presenza di spese di istruttoria per 400 euro, costo complessivo delle comunicazioni di legge pari a 7 euro (0,70 euro per 10 anni) e 100 euro di imposta sostitutiva, trattenuta al momento dell’erogazione (ovvero, lo 0,25% sul capitale richiesto).

Complessivamente, l’importo di ogni singola rata sarà pari a 528,60 euro, ad eccezione della prima rata che – comprensiva di quota interessi di preammortamento – sarà equivalente per 857,37 euro. Complessivamente, il montante da restituire sarà pari a 64.268,12 euro, di cui 40 mila euro di quota capitale e 24.268,12 euro di costo del credito (in gran parte rappresentato da quota interessi – per 23.761,12 euro, e in minima parte dai costi accessori).

Il nostro giudizio.

Al di là di un TAN che potrebbe spaventare (10%), ma che risulta essere pressochè in linea con quanto applicato al giorno d’oggi dal mercato bancario sempre più in crisi di liquidità, ci sembra che il finanziamento ecologico di Intesa Sanpaolo possa ben rispecchiare le possibilità di soddisfazione delle principali esigenze creditizie della clientela che desideri realizzare tale investimento eco-energetico.

Il piano di ammortamento ci sembra molto ben diversificato, con un range di scadenza che potrà ben rispettare le esigenze della gran maggioranza degli utenti di tale servizio finanziario. I costi accessori sono molto contenuti, mentre l’assenza di una forma tecnica a tasso di interesse variabile non ci lascia totalmente convinti.

Si tratta ad ogni modo di prodotto creditizio sul quale possiamo esprimere un giudizio soddisfacente, a conferma della concorrenzialità dei servizi creditizi di Intesa Sanpaolo tra i big nazionali.