Quando richiediamo un prestito, la prima garanzia sollecitata dal creditore è generalmente la busta paga, alla quale spesso se ne affianca un’altra di natura reale o personale. Parliamo quasi sempre dell’ipoteca e della fideiussione. Tuttavia, esiste anche un altro tipo di garanzia reale, diversa dall’ipoteca, ma dalla logica simile: il pegno. Il pegno è un diritto reale di garanzia in favore del creditore. Esso consiste nel concedere un bene mobile di valore e non deperibile in garanzia all’istituto di credito, in cambio dell’erogazione di un finanziamento.

Il contratto si perfezione con la consegna materiale del bene, che deve essere intero, anche se la sua proprietà appartiene a diversi titolari.

Asta pegni non frequente

In altri termini, il cliente richiedente un prestito concede alla banca in garanzia un bene di valore, generalmente oro, gioielli, quadri, etc. Lo consegna al creditore, il quale è tenuto a custodirlo con cura fino alla durata del contratto, successivamente alla quale lo dovrà restituire, se il cliente avrà nel frattempo onorato tutte le scadenze. Precisiamo che il debitore rimane il legittimo proprietario del bene impegnato, così come avviene con l’ipoteca di un immobile. Perde la titolarità sul bene, invece, qualora abbia ricevuto l’intimazione a pagare il debito da parte della banca, senza avervi adempiuto. A quel punto, l’istituto ha il diritto di rivendere il bene all’asta, soddisfacendo il credito con il relativo ricavato. Per fortuna, i dati di Assopegni dimostrerebbero che sono pochi i casi finiti male: solo in uno su 20 si arriverebbe alla vendita del bene all’asta.      

Non solo beni mobili, ma anche crediti

Affinché il contratto abbia luogo, è necessario che il cliente porti all’istituto la certificazione del valore del bene concesso in pegno. Attenzione, perché oltre a beni mobili e alla universalità di beni mobili, il pegno può avere ad oggetto crediti, i cui documenti dovranno essere materialmente consegnati all’istituto.

In caso di inadempienza, questi può procedere alla vendita, ma solo se i crediti sono diversi dal denaro. In quest’ultimo caso, invece, può riscuotere il credito, salvo le eccezioni opponibili da parte del debitore del credito dato in pegno ex art.2805 c.c. Il prestito su pegno è di tipo personale, ovvero non richiede alcuna motivazione all’atto della richiesta, in merito all’uso della somma desiderata. Non sono necessarie altre garanzie, per cui è generalmente richiesto da coloro che hanno problemi ad accedere al circuito ordinario del credito, come le famiglie sprovviste di una busta paga. Essendo anch’esso a titolo oneroso, comporta il pagamento degli interessi. Occhio ai tassi, perché potrebbero essere meno convenienti di quanto non sembri.