Che fine ha fatto il buono fruttifero postale 3 Anni Premium? Ebbene, non compare più nella lista di quelli sottoscrivibili sul sito di Poste Italiane. Restano comunque tutti gli altri che hanno conservato gli aggiornamenti dei tassi al rialzo del 6 luglio. Fortunatamente, infatti, Cassa Depositi e Prestiti per andare incontro alle esigenze degli investitori ha deciso in una politica di aumenti degli interessi contro l’inflazione. Quest’ultima nel nostro paese ad agosto ha segnato l’8,4% e si tratta del dato più alto dal 1985 ad oggi.

Gli italiani lo sanno per cui cercano i modi migliori affinché quelle poche risorse disponibili sul conto non si erodano. Per questo in molti optano per i buoni fruttiferi postali che danno tassi sicuramente più bassi rispetto ai Btp ma almeno sono certi in quanto non subiscono la fluttuazione dei mercati.

Le famiglie stanno pagando un scotto potente per l’aumento di tutti i prezzi di ogni categoria e se si considera il solo carrello della spesa si vede un aumento del 9,7%. Un dato così amaro non si vedeva dal 1984, esattamente da giugno di quell’anno.
Chi possiede qualcosa sul conto corrente, quindi, sa che non deve ternala ferma. Il motivo? Con il trascorrere del tempo i soldi parcheggiati in banca o alle Poste perdono di valore per cui è meglio investirli in qualche prodotto.

Cosa prevedeva il buono fruttifero postale 3 anni premium e che interessi offrono gli altri titoli?

C’era una volta il bfp 3 anni Premium di Poste Italiane che non poteva essere sottoscritto da tutti ma solo da chi versava nuova liquidità. Il vantaggio di questo titolo era che alla scadenza dei tre anni si otteneva un tasso di interesse annuo lordo dell’1,50%. Per coloro che vogliono investire denaro per brevi periodi resta però il 3 anni Plus che offre, però, un rendimento alla scadenza solo dell’1%.


A luglio Cdp ha cercato di attrarre le famiglie offrendo una remunerazione dei titoli anche di circa il quadruplo facendo finire di fatto l’era dei tassi quasi a zero. Con il caro vita che viaggia al ritorno dell’8% non si poteva fare altrimenti e già il Tesoro aveva fatto da apripista con l’emissione del Btp Italia che garantiva un rendimento dell’1,60% oltre il recupero integrale dell’inflazione.

La rivoluzione dei buoni fruttiferi postali

Con la mossa di Cassa Depositi e Prestiti per non perdere potenziali clienti, da luglio il buono fruttifero postale 4×4 è passato da un rendimento annuo lordo dell’1% dopo 16 anni al 3%.
Non investire può costare caro per le proprie finanze perché dal 2020 l’inflazione ha eroso il 9,8% del denaro parcheggiato sul conto corrente. Il buono fruttifero postale o il conto deposito si rivelano quindi degli ottimi prodotti senza rischi. Il primo perché è garantito dallo Stato Italiano ed il secondo perché garantito dal Fidt, Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi che protegge fino a 100 mila euro a depositante.
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