Quanto vale un buono fruttifero postale ordinario del 1984 di 11 milioni di lire? A rispondere a questo quesito ci pensa Cassa Depositi e Prestiti che è l’ente che emette tali titoli. Comunica, però, che nel calcolo è omessa l’imposta di bollo che dal 2012 è applicata nella misura proporzionale dello 0,10%, dal 2013 è dello 0,15% e dal 2014 a oggi è dello 0,20%.

In Italia, sono in molti ad avere dei buoni fruttiferi postali nel cassetto in quanto erano e sono una delle forme di investimento più amate. In realtà lo erano soprattutto negli anni ottanta perché garantivano rendimenti abbastanza elevati.

Erano, infatti, i regali che i nonni prediligevano per i nipoti e il motivo era che con essi si poteva realizzare davvero un sogno come quello di acquistare una piccola vettura o fare un viaggio.

Con il passare del tempo, però, gli interessi sono pian piano diminuiti. Lo scorso 6 luglio, tuttavia, sono tornati a essere uno strumento competitivo grazie all’aggiornamento dei tassi effettuato da Cassa Depositi e Prestiti.

Quanto vale oggi un buono fruttifero postale del 1984

Per sapere quanto vale oggi il proprio bfp bisogna collegarsi al sito di Cdp e selezionare la tipologia (in questo caso ordinari), la data di sottoscrizione (ad esempio 26 ottobre 1984), l’importo 11 milioni di lire e la data di rimborso (ad esempio quella di oggi). Selezionando queste voci si scoprirà il rendimento e gli interessi che nel frattempo saranno maturati nel tempo.

Il calcolatore comunicherà che la serie del buono fruttifero postale che si ha è la P, convertita ai tassi della serie Q a decorrere dal 1° gennaio 1987. Si verrà a conoscenza che gli interessi lordi maturati saranno di 81.555,89 euro e che il montante liquidato ovvero la cifra che spetterà (ripetiamo, non è calcolata l’imposta di bollo) sarà di 87.236,92 euro. Inoltre è comunicato che il titolo in possesso del risparmiatore andrà in prescrizione il 31 dicembre 2024.

Attenzione alla prescrizione del bfp

Il buono fruttifero postale del 1984 è scaduto il 31 dicembre 2014. Significa che dal 1° gennaio 2015 non ha prodotti più interessi. Ora, però, si dovrà fare attenzione alla prescrizione che arriva dopo 10 anni dalla scadenza.

Successivamente alla data in cui essa si compie, il titolare del buono perde il diritto di incassare quest’ultimo. Non si ha più diritto, quindi, né alla cifra investita e nemmeno agli interessi maturati. Questo però accade solo se si hanno bfp cartacei. Con quelli dematerializzati, invece, non accade nulla perché il rimborso avviene alla scadenza del titolo direttamente sul conto di regolamento che può essere il libretto di risparmio postale o il conto BancoPosta.

Per impedire che i risparmiatori perdano il diritto al rimborso, il 25 luglio scorso, Poste Italiane ha diramato un avviso nel quale comunica quali sono i buoni oggetto di prescrizione e scadenza negli anni 2022-2023 e 2024. È comunicato, infine, che per qualsiasi dubbio si può contattare il personale presso gli uffici postali o consultare il sito web ufficiale di Poste.

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