C’è una novità che riguarda la polizza Eurovita. Chi ne ha una non potrà chiedere il rimborso del capitale fino al prossimo 31 marzo. L’Ivass, infatti, ha congelato i riscatti a seguito del commissariamento della compagnia.

Sono molte le persone che stipulano questo tipo di polizza perché con essa la compagnia assicurativa si impegna a pagare un capitale/rendita nel caso di un evento riguardante la vita umana (morte/sopravvivenza).

Queste assicurazioni, inoltre, si usano come uno strumento di risparmio/investimento, soprattutto a protezione dei propri cari.

In tal caso, però, si sceglie quella per il caso di morte.

In realtà esistono tre categorie di polizze vita: ci sono quelle per morte assicurato o sua sopravvivenza oltre una certa data (miste), c’è quella per morte assicurato e quella per sopravvivenza assicurato oltre una data certa (la polizza vita).

Tornando alla questione del commissariamento della compagnia Eurovita, esso ha aumentato le remore di chi voleva affidarsi a questo genere di assicurazione.

È nata, quindi, ancora più la necessità di verificare la solidità finanziaria dell’operatore al quale si affidano i propri risparmi.

Perché non si potrà chiedere il rimborso della polizza Eurovita

Non sarà possibile fino al 31 marzo prossimo chiedere il rimborso della polizza Eurovita. Il provvedimento dell’Ivass arriva per arginare la fuga della clientela e un conseguente smottamento del capitale a danno dei creditori.

Questa notizia, però, non arriva come una doccia fredda perché già da tempo Eurovita è in crisi. Da quando le autorità di regolamentazione del mercato assicurativo hanno stabilito che essa non aveva un capitale adeguato al regolamento e in più il suo coefficiente di solvibilità era troppo basso.

Ed ora cosa succede?

Come spiega Altroconsumo, fino al 31 marzo 2023 resterà congelata la possibilità di riscattare la polizza Eurovita. Nel frattempo l’Ivass cercherà di capire qual è la situazione reale della compagnia assicurativa e quali possibilità ci saranno per salvarla.

Si cercherà quindi un nuovo investitore che voglia versare duecento milioni di euro per la ricapitalizzazione.

Il blocco dei riscatti, però, non riguarderà tutti. La misura, infatti, non si applicherà alle richieste di rimborso anticipato prima della data del 6 febbraio entro le ore 20 e nemmeno ai riscatti/anticipazioni di alcune forme di pensioni complementari disciplinate dal decreto legislativo numero 252 del 5 dicembre 2005.

Chi ha chiesto il rimborso anticipato o vorrà richiederlo dovrà però considerare sempre che in molti casi tale operazione provoca delle penalizzazioni che alle volte possono essere molto alte. Il suggerimento è quindi quello di leggere sempre con la massima attenzione le condizioni del prodotto acquistato e poi decidere senza lasciarsi prendere dal panico.

[email protected]