Nel 2014, per sostituire le vecchie imposte sui rifiuti (Tia-Tares), è arrivata la Tari che è la tassa comunale sui rifiuti per la quale il prossimo anno ci saranno delle novità. Ma perché ogni anno i cittadini sono tenuti a pagare questa tassa?

Il motivo è semplice, serve per coprire i costi di gestione del comune nel quale si vive. Esattamente per spazzare e lavare le strade, per smaltire i rifiuti, per raccogliere e trasportare il pattume e per trattare e recuperare quest’ultimo.

Per quanto riguarda il pagamento, è ogni comune che lo stabilisce ma sono previste delle agevolazioni e delle esenzioni.

Ecco allora le novità Tari 2023 dopo la delibera emanata dall’Arera.

Quali sono le novità Tari 2023?

Come spiega Altroconsumo, l’Arera di recente ha inviato una delibera con la quale ha stabilito i nuovi criteri che i comuni dovranno utilizzare per emanare i regolamenti inerenti al tema “rifiuti”. Il nuovo documento entrerà già in vigore a partire dal prossimo 1° gennaio 2023 mentre questo mese i cittadini saranno impegnati a pagare l’ultima rata Tari, calcolata con le vecchie regole. Ma cosa cambia dal prossimo anno, esattamente?

La novità principale è che i comuni dovranno concedere un’ulteriore rateizzazione dei pagamenti per rate di importo minimo uguale a 100 euro. Questo, però, solo a fronte di situazioni particolari. Esattamente per coloro che si trovano in condizioni disagiate (individuate dall’ente competente) e per coloro che beneficiano del bonus sociale per disagio economico (luce, gas e acqua). Inoltre si potrà chiedere un ulteriore rateizzo, secondo le ultime novità Tari 2023, anche se l’importo che si dovrà pagare supera del 30% il valore medio delle fatture emesse negli ultimi due anni.

L’altra grande novità Tari 2023 è che nel caso si paghino delle cifre non dovute o sbagliate, si potrà chiedere la rettifica direttamente ai gestori del servizio rifiuti del Comune della propria residenza.

I rimborsi, poi, dovranno essere erogati entro centoventi giornate lavorative.

In più, per la gioia di coloro che non riescono quasi mai a comunicare con l’ente preposto in tema rifiuti, dovrebbe arrivare un servizio clienti migliore. Per quanto riguarda il pagamento, invece, come spiegato, la cifra continuerà a essere diversa da comune a comune.

Dai dati pubblicati da Cittadinanza Attiva, per gli anni 2021 e 2020, emerge che è la Campania la regione dove i rifiuti si pagano di più: 416 euro medi contro i 232 euro del Veneto che è la regione dove si paga di meno.

Esenzioni e agevolazioni

È sempre il comune di appartenenza a decidere l’esenzione o la riduzione della quota Tari in base ad alcuni parametri. Ad esempio se in casa vive una sola persona, se quell’immobile è una casa vacanza per cui si utilizza poco o se l’abitazione è occupata da persone che risiedono più di sei mesi all’estero.

Inoltre se si tratta di case rurali a uso abitativo, se l’immobile è inadatto a viverci e manca l’allaccio di acqua, luce e gas e se si produce compost dalla frazione umida della raccolta differenziata.

Altroconsumo aggiunge che i comuni possono anche stabilire delle riduzioni, ad esempio, nel caso di eventi naturali estremi per i quali ci sia un problema organizzativo da parte del gestore.

[email protected]