Dall’idea di quattro giovani talenti esperti del mondo fintech è nata Faire.ai, la piattaforma di credit automation che sfida i colossi del fintech in un contesto europeo in cui la direttiva sui pagamenti PSD2 ha autorizzato la condivisione dei dati e in cui l’open banking rischia di creare danni agli istituti di credito che non vedono di buon occhio l’innovazione. Detto ciò, ecco maggiori dettagli sul progetto, in che cosa consiste e come funziona Faire.ai.

Nasce la startup faire.ai: il progetto

Gianluigi Davassi, Gilberto Taccari, Giorgio Fiorentino e Cristina Bonacina sono gli ideatori della startup Faire.

ai che è una piattaforma che sfrutta l’open banking come utilizzo e fonte di dati e AI per fare una stima dei credit score dei consumatori. La piattaforma gestisce il ciclo di un prestito per intero ed abilita le banche ad erogare in modo istantaneo mediante un’unica API (un’unica applicazione evitando ridondanze e replicazioni inutili di codici).

La startup offre una piattaforma cloud che abilita le banche partner e le istituzioni finanziarie all’erogazione di prestiti istantanei. Questi ultimi sono possibili grazie all’open banking che consente il recupero dei dati delle transazioni dei clienti. Scende poi in campo l’intelligenza artificiale  che consente di definire il merito creditizio del richiedente il prestito. La piattaforma offre inoltre ai partner integrazioni via API per l’approvazione istantanea dei prestiti. Questo è importante in un mercato dove di solito il tempo medio di erogazione per i prestiti varia tra i 5 ed i 10 giorni lavorativi.  Il progetto è importante anche perché secondo il report di Crif,  il 40% della popolazione attiva nel nostro paese ha un finanziamento attivo (il 45% importo sotto ai 5 mila euro).

L’obiettivo della startup è quello di puntare anche ad altri mercati per consentire alle banche e alle istituzioni finanziarie di entrare nel mercato del credito a consumo senza soluzione di continuità e “promuovere l’inclusione finanziaria aiutando i clienti a godere del vantaggi dell’open banking, settore che da un anno a questa parte ha vissuto una vera e propria rivoluzione”.

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