I mutui sono finanziamenti a medio-lungo termine, spesso legati all’acquisto o alla ristrutturazione di un immobile (ma non sempre, come nel caso dei mutui liquidità), il cui tasso è fisso o variabile, a seconda dell’opzione desiderata dal mutuatario. Il mutuo a tasso fisso è legato all’Eurirs, in base alla scadenza pattuita per l’ammortamento del debito. Se abbiamo stipulato, ad esempio, un mutuo ventennale, il tasso d’interesse applicato dalla banca o dall’agenzia finanziaria è pari all’Eurirs a 20 anni (oggi all’1,09%) + uno spread, ovvero un differenziale in percentuale fissa (per ipotesi, del 2%).

Rata mutuo, il rischio di una crescita

In questo modo, quali che siano le variazioni avvenute nel corso dei 20 anni dell’ammortamento sui mercati, il tasso rimante fisso e l’importo della rata costante. Questo è il principale pregio del mutuo a tasso fisso, perché consente di tutelarsi dai rischi di una risalita dei tassi sul mercato. Ma il rovescio della medaglia è che nelle fasi di tassi calanti, l’importo della rata non scenderà, cosa che ci fa perdere un risparmio potenziale anche elevato. Per questo, molti italiani, circa i due terzi del totale, opta oggi per il mutuo a tasso variabile, dove gli interessi sono legati all’Euribor (a 1, 3 mesi, etc.). Anche in questo caso, la banca o la finanziaria applica uno spread all’Euribor, che varia di giorno in giorno, per cui il tasso complessivo subisce mutamenti anche di rata in rata. Oltre all’Euribor, alcuni mutui sono agganciati ai tassi di riferimento della BCE, anch’essi mutevoli nel tempo, ma di gran lunga più stabili di quelli del mercato. Potrebbero anche restare fermi per anni.      

Rata costante, varia periodo ammortamento mutuo

Ora, il principale pregio di un mutuo a tasso variabile è proprio quello di fare risparmiare il debitore, quando i tassi di mercato sono in calo.

Il rischio, però, è di dovere sborsare anche molto di più, quando questi salgono, specie se repentinamente. Per fortuna, il mercato non dorme mai e ha trovato una soluzione, che consente al cliente di usufruire dei benefici di questo tipo di finanziamento, senza sostenere il costo nelle situazioni avverse, almeno non nell’immediato. Parliamo del mutuo a tasso variabile, ma con rata costante. Direte voi, ma come è possibile che la rata resti fermi, se il tasso di mercato a cui il mutuo è agganciato varia? Semplice, a variare sarà non la rata, bensì il periodo dell’ammortamento. In altri termini, se i tassi aumentano (Euribor, BCE), la rata resta costante, ma si allunga il periodo dell’ammortamento del mutuo, perché è evidente che il debito complessivo sale e, pertanto, serviranno più versamenti per smaltirlo. Viceversa, se i tassi scendono, il periodo dell’ammortamento si riduce, perché il debito diminuisce e serviranno minori pagamenti per onorarlo. Grazie alla rata costante, il mutuatario ha la possibilità di avvantaggiarsi nei casi di un calo dei tassi sul mercato, mentre non dovrà subire il rischio di un’impennata della rata, tale da rendere non sostenibile il pagamento. Al limite, dovrà pagare il mutuo per un periodo più lungo.