L’inflazione influisce sulla domanda e sull’offerta sia dei mutui che dei prestiti e l’aumento dei tassi di interesse rischia che si modifichino le esigenze nonché le domande degli italiani e non solo. Potrebbe cambiare anche la disponibilità dei prodotti delle banche e delle finanziarie. La Bce lo scorso luglio ha deciso l’aumento di 50 punti base del costo del denaro per il quale si è avuto un aumento immediato degli interessi sui mutui a tasso variabile indicizzati al tasso di Francoforte.

Tale tipologia è però trascurabile rispetto ai mutui a tasso variabile parametrati all’Euribor che nel nostro paese sono i più diffusi perché più convenienti.
La domanda che in molti si pongono è quindi se i mutui con il Cap variabile convengono più di altri dato che in quest’ultimo periodo sono quelli più richiesti. Dall’analisi di Mutui.it e di Facile.it si evince infatti che con l’aumento dei tassi di interesse a luglio scorso 1 domanda circa su 3 è stata con mutuo variabile con Cap. Tale mutuo prevede, come sottolinea Ivano Cresto di Facile.it, un’oscillazione “degli interessi ma con un tetto massimo per la rata mensile”.

Mutui variabili con cap quanto convengono adesso?

Con i mutui variabili con Cap in teoria si ha un tasso minore rispetto a quelli a rata fissa con un limite alla salita della rata qualora l’Euribor cresca. Come spiega Ilcorriere, però, nella pratica tale tipologia di mutui costa di più del variabile standard. Se si prende come riferimento la rata media del fisso a 20 e 30 anni, calcolata sulla rilevazione di luglio, emerge che con il mutuo variabile non si risparmia rispetto al fisso. Questo è quanto ha spiegato Gino Pagliuca nel caso da ora ai prossimi 5 anni i tassi aumentino ancora. Se si considerano i 10 anni, l’esperto sottolinea che un lieve vantaggio si potrebbe avere con il mutuo della Credit Agricole a 30 anni.

Quali aspetti tenere d’occhio se si aprono mutui variabili con Cap

Sono 3 gli aspetti da tenere in conto se ci si accinge a sottoscrivere mutui variabili con Cap secondo Gino Pagliuca. Il primo aspetto da considerare riguarda il costo più alto che viene chiesto dalla banca rispetto al mutuo variabile ordinario a causa dello spread sull’Euribor. Anche il tasso del Cap è un altro aspetto a cui prestare attenzione così come il piano di ammortamento. Con quest’ultimo, infatti. Si può capire meglio se la cifra che si richiede è restituita al medesimo tasso di interesse iniziale o con un valore più elevato.

Conviene quindi aprire un mutuo a tasso variabile con Cap quando ci si trova in una congiuntura temporale in cui è probabile che ci sia l’aumento dell’Euribor. Il motivo è che se il tasso di interesse del mutuo dovesse andare oltre la soglia fissata allora non si pagherebbero interessi sopra la soglia. Nel caso in cui gli interessi si mantengano sotto la soglia, invece, si continueranno a pagare gli interessi relativi al calcolo. Lo svantaggio dei mutui variabili con Cap, invece, è che per avere una maggiore sicurezza sugli interessi, la banca applicherà uno spread maggiore rispetto ad un mutuo a tasso variabile puro.
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