Le truffe bancarie sono un problema purtroppo sempre più diffuso per cui sta diventando sempre più importante proteggere le proprie finanze. L’ultima truffa ai danni di Poste Italiane sta svuotando, infatti, migliaia di conti correnti per cui ci si chiede se sarà possibile richiedere il rimborso della cifra persa.

I raggiri sono oramai all’ordine del giorno per diverse ragioni tra cui l’avanzamento della tecnologia. Grazie ad essa, infatti, persone senza scrupoli hanno accesso a strumenti sempre più sofisticati per perpetrare le loro frodi utilizzando tecniche come malware, phishing, keylogger e altre forme di hacking.

L’obiettivo è sempre lo stesso: ottenere accesso ai dati finanziari delle persone prosciugando così i loro conti.

Ma vediamo cosa è successo negli ultimi tempi.

Attenzione all’sms

La nuova truffa ai danni di Poste Italiane avviene in questo modo. L’utente riceve un messaggio che ha come mittente proprio il gruppo Poste e per questo lo smartphone lo colloca come tra i messaggi veri inviati dalla società. Esso recita quanto segue: “gentile cliente, è stata richiesta una spesa di 284 euro, se non è lei seguire il link”. L’importo, ovviamente, non è sempre lo stesso.

Se si clicca sul link, che sembra identico a quello di Poste, vengono poi chiesti i dati di accesso e quelli del cellulare. Fornendo questi ultimi, secondo l’sms, si impedirebbe il presunto bonifico che in realtà non è mai avvenuto. Inserendo i dati richiesti, invece, il denaro si potrebbe perdere davvero. In quest’ultimo caso, succederà quanto segue. Il truffatore chiamerà subito la sua preda per ottenere la “one time password” ovvero la password temporanea che arriverà tramite sms. Se l’ignaro utente la comunicherà, dall’altra parte si avrà tutto ciò che serve per effettuare un bonifico.

Al momento sono molte le persone che sono cadute nel tranello con danni anche fino a 15 mila euro.

‘Gentile cliente, è stata richiesta una spesa di…’: la nuova truffa ai danni di Poste Italiane, si può chiedere il rimborso?

I truffatori non vanno mai in vacanza e se ne inventano ogni giorno una più del diavolo. L’ultimo raggiro riguarda la richiesta di una presunta spesa in euro. Il messaggio arriva tramite un sms che sembrerebbe di Poste ma che in realtà non lo è. Esso invita a cliccare su un link fasullo per disconoscere tale operazione.

I casi di truffe di questo tipo, come spiegato, sono sempre più frequenti e non c’è una chiara giurisprudenza sul rimborso.

Paolo Dal Checco (noto ingegnere informatico forense), come spiega Ilsole24ore, comunica che alle volte la banca riconosce l’indennizzo (50% circa) mentre altre volte lo nega. Succede, inoltre, molto spesso, che i contenziosi tra l’istituto di credito o Poste e l’utente durino molto tempo e che le decisioni dell’Abf siano molto superficiali. In ogni caso secondo la legge, la banca può evitare di pagare in due determinate condizioni. In primis se dimostra di avere attuato tutte le misure di sicurezza e se da parte dell’utente c’è colpa grave. Purtroppo, ha spiegato sempre a Ilsole24ore Dario Fadda (esperto sicurezza informatica) nel caso del phishing la colpa è grave se si fornisce la password temporanea. È invece diverso il caso di sim swapping che avveniva soprattutto nel passato quando la password temporanea era intercettata dai truffatori.

La ricetta per non cadere nella trappola dei criminali è quindi: prevenire. Poste Italiane sulla sua pagina ufficiale ha dedicato un’intera sezione alle truffe ricordando sempre che non chiederà mai le credenziali di accesso ai suoi servizi. Quindi, se dovessero arrivare delle e-mail, dei messaggi dai social network o sul cellulare o anche chiamate, non si dovranno mai fornire tali dati.

Ricordiamo nuovamente che: prevenire è meglio che curare.

Riassumendo….

1. Le truffe bancarie sono un problema sempre più diffuso
2. L’ultima truffa ai danni dei clienti di Poste riguarda la richiesta di una presunta spesa in euro
3. L’sms che si riceve sembra di Poste ma non lo è
4. Si invita a cliccare su un link fasullo per disconoscere l’operazione e se si compie tale operazione si rischia che il conto venga prosciugato
5. Non esiste una chiara giurisprudenza sui rimborsi per le truffe.

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