È inutile nascondersi, la crisi energetica e l’emergenza bollette di luce e gas non si risolverà in tempi brevi: il progressivo sganciamento dalle forniture russe sarà lungo e complesso e gli italiani, famiglie e imprese, dovranno affrontare una situazione sempre più difficile nei prossimi tempi. L’Arera ha già sottolineato il 29 luglio scorso come il cosiddetto Decreto Aiuti bis non basterà per evitare “variazioni mai verificate” prima.

Gli aumenti per il prossimo trimestre, ottobre-dicembre 2022, potrebbero essere del 100% (le bollette raddoppieranno), mentre per comprendere quanto gli aumenti abbiano già pesato fino a ora, basta il seguente dato: una “famiglia tipo”, che si trova nel regime di maggior tutela, ha visto aumentare la bolletta elettrica del 91% rispetto ai 12 mesi precedenti, mentre nello stesso periodo il gas ha subito incrementi pari al 70,7%.

Nel prossimo trimestre la situazione potrebbe essere ancora più drammatica.

L’emergenza energetica e i rincari in bolletta di luce e gas sono un problema di carattere politico

Il problema è innanzitutto di carattere politico. La migliore decisione che poteva essere presa in questo periodo – ma di cui nessuno parla più, soprattutto adesso che siamo in campagna elettorale – sarebbe stata quella di un accordo europeo su un pricecap, un tetto massimo per limitare i prezzi del gas, soggetti a enormi speculazioni al Ttf di Amsterdam.

L’Europa non riesce ad accordarsi, i profitti dei distributori sono alle stelle, e l’economia nazionale italiana rischia una crisi di proporzioni mai viste prima. L’emergenza bollette non è neanche all’ordine del giorno della campagna elettorale: la politica teme di perdere consensi mostrando la propria debolezza e incapacità di affrontare realmente la situazione.

Quale scegliere tra mercato tutelato e mercato libero?

L’Arera ha deciso di correre ai ripari, per quanto concerne il mercato tutelato: si è deciso di aggiornare le tariffe ogni mese, per sfruttare ogni possibile variazione a ribasso, e il prezzo non sarà più deciso a partire dal Ttf ma dal Psv, vale a dire la media mensile dei prezzi del mercato all’ingrosso.

La speranza è che tutto possa divenire così un po’ più vantaggioso, ma di quanto non è possibile ancora saperlo.
Per quanto concerne il mercato libero, il Decreto Aiuti bis del 9 agosto contiene un’importante novità, che però non riguarderà tutti gli utenti finali e che soprattutto potrebbe rivelarsi un vero e proprio boomerang.

È stato deciso infatti che, fino al mese di aprile 2023, le aziende distributrici non potranno applicare modifiche unilaterali dei contratti, vale a dire non potranno alzare le tariffe. Coloro, dunque, che hanno sottoscritto un contratto a prezzi favorevoli continueranno a beneficiarne; coloro, invece, che vedranno scadere il proprio contratto nei prossimi tempi non sarà invece ‘salvato’. Ma il problema è anche un altro. Senza poter variare i prezzi del gas, è possibile che alcune aziende distributrici vadano in fallimento (come accaduto altrove in Europa per le medesime ragioni), e, come ha avvertito Arera, in caso di default, a essere pena lizzati saranno proprio gli utenti (famiglie e imprese) a causa dell’“aumento dei costi da socializzare a carico della generalità dei clienti finali”.
La scelta insomma è davvero difficile.
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