Saranno un autunno e un inverno diversi dal solito. L’ultima bozza del piano riduzione consumi della Commissione Europea prevede una riduzione del 5% del consumo dell’energia elettrica nelle fasce orarie di punta, e il 10% complessivo a livello mensile. Eravamo abituati a tornare a casa dopo il lavoro e attivare la lavatrice e magari preparare qualcosa al forno per la cena, poi forse uno shampoo. Ebbene, l’utilizzazione degli elettrodomestici non sarà più la stessa, ed è possibile che già soltanto una lavatrice e il forno, attivati contemporaneamente, possano far saltare il contatore.

Vivremo, quindi, due stagioni diverse dalle solite. Ma la vera domanda è come effettuare i controlli sui consumi? Chi dovrà ‘sacrificarsi’, famiglie o imprese? Bruxelles ha deciso di lasciare, all’interno degli obiettivi prefissati, libertà ai singoli governi su dove e come intervenire.
Quali saranno le scelte in Italia? Ecco come funzionerà il piano di riduzione consumi, tra razionamento, fasce orarie controllate e uso razionale degli elettrodomestici.

Quando entrerà in vigore il piano riduzione consumi UE?

Il regolamento che la Commissione Europea sta stilando prima di divenire operativo dovrà essere recepito dai singoli governi degli Stati membri. In Italia, sarà il governo che uscirà dalle urne il 25 settembre a dover effettuare il piano di riduzione dei consumi. Si dovrà attendere, dunque, una delibera dell’Arera, dove, in accordo con il governo, si troveranno le fasce d’intervento sui contatori e i criteri di modulazione della potenza erogata. Nonché, ovviamente, le scelte su quali imprese, particolarmente energivore, far calare la scure del razionamento.

Quali fasce orarie saranno oggetto di razionamento dell’energia elettrica?

La diminuzione nella potenza erogata dai contatori deve avvenire nelle ore di massima utilizzazione. Come riporta il Corriere della Sera, i dati Terna mostrano come nelle ultime giornate le fasce orarie in cui si sono registrati picchi di utilizzazione dell’energia elettrica sono quelle comprese tra le 9 e le 11 del mattino, e tra le 16 e le 18 del pomeriggio.

Ma siamo ancora in estate. Si calcola che in inverno la fascia mattutina possa anticiparsi e la fascia pomeridiana posticiparsi.

Come sarà ridotta in maniera automatica la potenza dei contatori?

I distributori come Enel possono agire sui contatori digitali e ridurre in maniera automatica la potenza erogata, ma soltanto dopo aver effettuato un aggiornamento dei software di lettura a distanza. È un’operazione che solitamente si compie in due casi: quando a richiederlo è un utente, che vuole pagare meno le bollette, o in caso di morosità. La cosa davvero difficile sarà effettuare questa operazione su milioni di contatori in simultanea.

Quali e quanti elettrodomestici potrò utilizzare in contemporanea nelle fasce orarie di punta?

La risposta non è semplice. Le variabili sono innumerevoli: la tipologia di classe energetica degli elettrodomestici, l’utilizzazione di lampadine a LED o a incandescenza, la capacità in litri dello scaldabagno (il più energivoro tra gli elettrodomestici), i programmi che si utilizzano per lavatrici e lavastoviglie. La riduzione dei consumi del 5% non sembrerebbe troppo impattante, se la media di un’utenza domestica è di 3,3 kilowatt, si tratta ‘soltanto’ di 0,15 kilowatt di potenza erogata in meno.

Bisogna però tenere presente alcuni dati: il forno ad esempio consuma 1 kilowatt di potenza, così come un phon utilizzato alla massima potenza. Se accendiamo lo scaldabagno e, contemporaneamente, abbiamo accese una serie di luci in casa, allora il contatore potrebbe ‘scattare’. Gli elettrodomestici più energivori sono lo scaldabagno, le stufe elettriche, il phon e la piastra per capelli, le cucine a induzione, oltre ovviamente a lavatrice e lavastoviglie.

Ma quindi il governo non interverrà sulle bollette?

Nel piano di riduzione consumi della Commissione Europea molto probabilmente si troverà una norma che imporrà un tetto ai ricavi delle compagnie energetiche che rivendono elettricità mediante l’utilizzazione del nucleare, del geotermico, delle rinnovabili, dei rifiuti e, forse, del petrolio.

Vi starete chiedendo del gas, probabilmente, il maggiore indiziato di questa crisi energetica. Ebbene, sembra che la UE escluderà da questa norma il gas, così come sembra essere esclusa ogni possibilità di un tetto al prezzo del gas, l’ormai famoso price cap. Bruxelles potrebbe invece chiedere un contributo di solidarietà del 33% sugli extraprofitti delle società europee del fossile (si tratta di quegli enormi utili che le aziende stanno ottenendo grazie agli aumenti senza freni del prezzo del gas).

Per tirare le somme, non ci saranno interventi diretti in bolletta. Per sostenere famiglie e imprese, si utilizzeranno le entrate che dovrebbero arrivare dal tetto dei ricavi sulle altre fonti di energia e dalla tassazione degli extraprofitti. Saranno un autunno e un inverno davvero molto diversi dal consueto.
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