Tutti ci siamo accorti negli ultimi tempi degli aumenti di ogni genere: dal caffè alla pizza passando per la pasta. In merito a quest’ultima è Vincenzo Divella, l’Ad del famoso pastificio, a lanciare l’allarme. Per la fine di questo mese si prevedono infatti nuovi rincari anche del 38%.

Non solo caffè anche pizza e pasta: i nuovi aumenti del 2022

Non soltanto luce e gas, gli aumenti riguardano anche il caffè. AssoUtenti denuncia infatti che i listini di caffè, cornetto e cappuccino al bar sono stati ritoccati.

Prima al banco per un caffè al massimo si spendeva 1,20 euro mentre adesso in alcuni esercizi arriva a costare fino a 1,50 euro. La tazzina registra quindi un incremento di prezzo del 37,6%.
Ilmattino di Napoli comunica che anche la pizza non è esente dagli aumenti. Il costo, infatti, è salito in media di 50 centesimi e di 1 euro nelle circa 2400 pizzerie tra la città e la provincia. In più al tavolo una pizza si paga anche 10 euro. Il problema è sempre lo stesso ovvero i prezzi più alti delle materie prime come verdura, mozzarella e farina. Si aggiunge a questo anche il caro o”carissimo” bollette, le speculazioni e i costi più alti della logistica in generale. Secondo la Fipe di Napoli, poi, il prezzo della margherita in molti locali passa addirittura da 4.50 a 6.50 euro.

Aumenti non solo di caffè anche della pasta 

Il grande problema degli aumenti riguarda anche la pasta che potrebbe aumentare ancora secondo Vincenzo Divella. In un’intervista a Ilsole24ore ha comunicato infatti che i primi 30 centesimi di aumento ci sono stati dopo l’estate per colpa del costo elevato del grano. Da giugno ad oggi il prezzo di quest’ultimo alla borsa di Foggia è salito del 90%.

In più con l’arrivo dell’autunno è aumentato il costo del cellophane del 25% e del gas del 300%.

Inoltre ci sono stati gli aumenti anche della luce. Proprio per questo a gennaio è stato chiesto alla grande distribuzione un altro aumento di 12 centesimi che potrebbe diventare effettivo per la fine del mese in corso quando ci sarà il rinnovo degli ordini. La situazione, però, potrebbe ancora peggiorare in quanto il grano nazionale potrebbe non bastare fino a giugno nonostante il raccolto nel nostro paese sia andato bene. L’Italia non è autosufficiente per cui una buona parte di grano si compra all’estero dove però il raccolto è andato male e i prezzi delle materie prime sono alti. E il peggio potrebbe arrivare per la fine di questo mese in quanto si prevede che il prezzo della pasta arriverà a 1,52 euro (rincaro del 38%) mentre ora costa 1,40 e a settembre 1,10 euro.
I consumatori sanno che il prezzo delle materie prime è aumentato ed hanno reagito variando la tipologia dei beni primari da acquistare senza però rinunciare alla pasta. Dagli ultimi dati Istat si evidenzia che a novembre c’è stato un calo congiunturale delle vendite a dettaglio. Si registra infatti un valore di 0,4% in meno e un volume dello 0,6% in meno. Per i beni alimentari, invece, si registra un valore di -0,9% e un volume dell’1,2% in meno.
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