Il conto corrente è il mezzo mediante il quale è possibile conservare una somma di denaro in un Istituto di Credito bancario o postale ed effettuare delle operazioni. Qualora esso sia cointestato ci si chiede: quali sono i rapporti interni tra i contitolari del conto e quali quelli esterni con la Banca o la Posta? Inoltre ogni titolare può prelevare più del 50%?

Conto corrente cointestato

Solitamente quando un conto corrente, sia esso bancario o postale, viene cointestato si presume che la metà del denaro in futuro sarà donata all’altro.

Quando uno dei due muore, infatti, l’altro resta proprietario del proprio 50% e anche del residuo 50% qualora venga dichiarato erede.

Quando si ha un conto corrente condiviso, qualora non vi sia una “prova contraria”, ogni cointestatario è titolare della metà del denaro e può farne ciò che vuole anche tenerlo semplicemente sul conto. E’ però vietato dalla legge, utilizzare più del 50% dell’importo disponibile senza il consenso dell’altro cointestatario. Se lo si fa ugualmente, allora, bisogna restituire la cifra prelevata.

Qualora, invece, si provi che la cointestazione è soltanto formale e quindi atta ad una migliore gestione dei soldi, allora il conto sarà di una sola persona nonostante vi sia una delega o la cointestazione. Ricordiamo che la “prova contraria”  è quella grazie alla quale si stabilisce che il conto è alimentato soltanto da uno dei due contitolari. Un esempio di essa è la pensione che viene erogata ad uno dei titolati del conto e prelevata dall’altro per impossibilità del primo.

Rapporti con Banca e Posta

La Banca o la Posta non possono fare nulla se uno dei due titolari preleva più della sua quota o se addirittura svuota il conto per il principio di solidarietà attiva e passiva. Qualora ciò avvenga, l’Istituto Bancario o Postale non sarà responsabile nei confronti dell’altro intestatario.

Nel caso in cui sul conto vi sia però un debito, la Banca potrà richiederead entrambi i cointestatari il rientro integrale del denaro prelevato.

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