Collezionare francobolli rari italiani è la passione di molti. Non tutti però sanno che alcuni arrivano a valere cifre molto elevate, addirittura c’è un francobollo che vale quasi 20.000 euro. Bisognerà quindi controllare con attenzione i francobolli che si hanno riposti nel cassetto.

Quanto vale un francobollo? Ecco da cosa dipende

Quello che rende speciale un francobollo sono gli errori di stampa come immagini non centrate alla perfezione ma anche problemi di colore. Inoltre anche una tiratura limitata. Vale in questo caso infatti il principio che più ce ne sono, più il valore è basso.

la domanda che in molti si pongono però è se collezionare francobolli rari è una buona forma di investimento?

Conviene investire in francobolli?

Collezionare francobolli non rappresenta una forma di investimento sicuro se non si riesce a mettere le mani su francobolli rari ed inusuali. Per questo è necessario conoscere il valore storico di tali pezzi da collezione. La rarità di essi, come detto, è data da diversi fattori come la tiratura, la validità postale ma anche la distruzione parziale. Anche la qualità di conservazione è importante in quanto è uno dei parametri più importanti in grado di far aumentare/diminuire il valore.
Un francobollo conservato bene deve dovrebbe avere questi requisiti (i più importanti):
1) i dentelli dovrebbero esserci tutti e avere una lunghezza omogenea,
2) la carta non dovrebbe essere assottigliata e presentare scorticature,
3) il colore dovrebbe essere omogeneo senza scoloriture e
4) nel caso di francobollo usato, l’annullo dovrebbe avere la data leggibile e non essere deturpato.

Quali sono i francobolli italiani che valgono di più? I francobolli rarissimi

I francobolli italiani rari che valgono di più sono l‘Error of colour e il 3 Lire Toscana Faruk. Il primo fa parte dei francobolli rarissimi per un errore di stampa e per la condizione ottimale. Ne esistono solo due esemplari e nel 2011 fu venduto l’asta per la straordinaria cifra di 1,8 milioni di euro.

L’altro, invece, fu emesso nel 1860 dal Gran Ducato di Toscana. Anch’esso fa parte dei francobolli rarissimi perché ne esistono 2 esemplari su buste spedite dal barone Rotschild e dal re d’Egitto Farouk. Uno di questi è stato battuto all’asta per un valore pari a 500.000 euro.

Come comunica il sito francobollirari.net tra quelli rari italiani c’è anche quello del Regno di Sicilia da 5 centesimi. Esso riportava l’effigie di Vittorio Emanuele II ma il valore più alto spetta alla terza emissione del 1854. Parliamo nel dettaglio di 3 francobolli che sommati potrebbero arrivare alla cifra di 98.000 euro.

C’è poi il francobollo da 3 lire emesso dal Governo Provvisorio Toscano del 1860. La particolarità di questo francobollo è lo stemma sabaudo. La serie completa, linguellata e nuova può valere fino a più di 170 mila euro. Viene inoltre segnalato il francobollo da 3 bajocchi dello stato Pontificio. La prima emissione constava di 11 esemplari con il valore proprio in bajocchi (monete emesse dal XV secolo fino al 1865). La serie completa può raggiungere fino a 15.000 euro.

Segnaliamo infine il francobollo Trincaria della prima serie che fu messo il 1° gennaio 1858. Quindi durante il Regno delle due Sicilie e aveva i valori in grana. Il suo valore è di 350 mila euro.

Francobolli rari italiani: come riconoscere quello da 20.000 euro

Tra i più importanti francobolli rari italiani c’è la serie “Trittici di Balbo” emessa nel 1933 dal Regno d’Italia per omaggiare l’ultima crociera aereo-transatlantica. Quest’ultima fu una commemorazione molto importante in quanto fu il percorso aereo più lungo mai compiuto in quel periodo da una squadriglia aerea. Tali francobolli era composti di tre parti divisibili che rappresentano i tre elementi del Regno d’Italia.  Disponibili in tiratura limitata (francobollirari.net parla di 20 pezzi) valgono oltre 18.000 euro.

Leggi anche:  Monete da collezione e vecchie lire: quanto valgono quelle con gli animali

[email protected]