Vi ricorderete tutti della class action promossa dalla Federconsumatori in merito ai buoni fruttiferi postali della serie Q. Questi ultimi sono quelli emessi tra il 1° luglio del 1986 e il 31 ottobre 1995 per i quali i risparmiatori hanno ricevuto importi più bassi rispetto a quelli calcolati. Per l’associazione a difesa dei consumatori il motivo del minor importo è da additarsi alle ritenute fiscali applicate dal 21° al 30° anno. Il buono fruttifero postale doveva essere liquidato al lordo delle ritenute fiiscale. Esattamente tenendo conto della tabella dei rendimenti presente dietro al titolo.

Essa valeva come la firma di un contratto, cosa che invece non è avvenuta. Poste Italiane ha infatti applicato una ritenuta del 12,50% e liquidato il titolo al netto delle ritenute.

L’incubo dei bfp serie Q

La class action promossa da Federconsumatori per i buoni fruttiferi postali serie Q a fine gennaio è stata bocciata dal Tribunale di Roma. Tale pronuncia per l’ associazione è stata fin dal primo momento inspiegabile e del tutto opinabile. Questo soprattutto per delle considerazioni richiamate nell’ordinanza che capovolgevano i principi consolidati in ambito consumeristico. Per tutelare i tanti risparmiatori, però, la Federconsumatori ha deciso di proseguire con la sua iniziativa. L’obiettivo è infatti sempre lo stesso: far sì che ai risparmiatori siano riconosciute le giuste somme. Lo aveva annunciato il 2 febbraio scorso proprio il presidente Michele Carrus e così è stato.

Non solo la class action rinviata

Federconsumatori comunica che molti suoi assistiti hanno visto rinviare le loro udienze sui buoni fruttiferi postali anche al 2025. I tempi della giustizia italiani, purtroppo, denunciano, stanno diventando sempre più lunghi. Ed anche la class action per i buoni fruttiferi postali serie Q è stata rinviata al 2023 quando la discussione della causa ci sarebbe dovuta essere il 12 luglio prossimo. Per l’associazione è un’attesa inaccettabile perché i cittadini oramai da anni attendono giustizia e di vedersi riconosciuto il giusto importo dei loro buoni fruttiferi postali.

Tempi così dilatati, spiega l’associazione, non sono accettabili perché mirano la fiducia dei cittadini nei confronti del sistema giudiziario.
Per questo l’associazione si impegnerà affinché si adottino tutte le misure necessarie per giudizi più veloci. Inoltre affinché ci siano investimenti per persone, strutture e strumenti idonei a garantire tempi celeri di giustizia. La class action della Federconsumatori sui buoni fruttiferi postali non si fermerà, spiega Federconsuamtori, fino a che non saranno riconosciute le ragioni di chi ha investito i propri risparmi in tale strumento di investimento.
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