Si fa tanta confusione nella vita quotidiana spesso tra carte di credito e carte di debito, per cui vediamo adesso cosa sono e quali differenze vi sono tra esse. Iniziamo proprio dalla carta di debito, nota anche come “bancomat”. Si tratta di una carta di plastica, con banda magnetica sul retro e dotata di microchip, che oggi come oggi viene erogata dalla banca al cliente automaticamente e su semplice richiesta, all’apertura di un conto corrente presso di essa. La carta bancomat consente al titolare di prelevare denaro in contante presso gli ATM, ovvero alle postazione esterne agli istituti, di depositarvi denaro, oppure di pagare l’acquisto di beni e servizi presso i POS, cioè ai punti vendita o presso gli uffici dei liberi professionisti.

In quest’ultimo caso, non appena viene effettuata la spesa, digitando l’apposito codice PIN, il cliente consente al rivenditore di detrarre immediatamente dal conto corrente collegato alla carta di detrarre la somma dovutagli.

Differenze

Da un punto di vista materiale, una carta di credito presenta caratteristiche del tutto simili, ma il suo funzionamento è parecchio diverso. Viene emessa da una banca in favore del cliente, titolare di un conto corrente, ma non automaticamente, come appena visto sopra, bensì solo dietro richiesta ed esibizione di garanzie (busta paga, etc.). Perché? Perché come spiega la stessa denominazione, questa carta consente al titolare di usufruire di un credito, seppure di breve termine. Come funziona? La banca emette una carta, che rientra all’interno di un circuito internazionale di pagamento, come MasterCard o Visa. Il cliente può utilizzarla per prelevare denaro contante presso gli ATM e per fare acquisti ai POS convenzionati con il circuito di appartenenza. Tuttavia, nell’uno come nell’altro caso, l’addebito sul conto corrente collegato non viene scalato subito, ma generalmente entro il 15-esimo giorno del mese successivo al pagamento o al ritiro del contante.

     

Carta di credito più costosa del bancomat

Dunque, è come se la banca ci concedesse fino a un massimo di 45 giorni di credito per i nostri pagamenti. Ciò avviene dietro il costo di commissioni, che rendono la detenzione di questa carta certamente più costosa di un bancomat, prevedendo anche il pagamento di un canone annuo (spesso si è esentati solo per il primo anno a fini commerciali), cosa che quasi mai si verifica con una carta di debito. Non è un caso, che specie negli anni Ottanta, la carta di credito fosse uno status symbol, in quanto sinonimo di affidabilità e di un conto corrente con diversi zeri. Oggi, però, non è più così, anche se resta alla portata più che altro della clientela più affidabile, mentre il bancomat è più popolare. Si consideri, infatti, che a causa dello sfasamento temporale tra acquisti e addebiti, il detentore di una carta di credito può andare in rosso sul conto, mentre mai ciò avviene con il bancomat, perché se la giacenza residua risultasse insufficiente per la spesa effettuata, l’operazione non potrà essere eseguita. Da qui, anche la firma da apporre sul retro della prima, per assicurarsi che ad utilizzarla sia il legittimo titolare.