La coperta è corta e dovevamo fare delle scelte”. Questo è il commento del ministro Francesco Lollobrigida sui tagli agli sconti sui carburanti, che porteranno a una crescita dei prezzi per i rifornimenti di benzina, diesel e gas, a partire dal mese di dicembre.

Le accise sulla benzina, dunque, dovrebbero passare a 578,40 euro per mille litri fino alla fine dell’anno, mentre quelle sul gasolio arriverebbero a 467,40 euro.

Semplificando al massimo, lo sconto di 30,5 centesimi sulle accise si ridurrà a 18,3 centesimi. Benzina e diesel costeranno in media circa 12 centesimi in più al litro.

Il dettaglio della misura su accise e aumenti benzina

Secondo quanto previsto dalla norma, la rideterminazione delle accise sui carburanti sarà la seguente. Innanzitutto, la benzina passerà da 478,40 euro per mille litri fino al 30 novembre a 578,40 euro al 31 dicembre. Il diesel salirà dagli attuali 367,40 euro per mille litri al 30 novembre a 467,40 euro al 31 dicembre. Per quanto riguarda il gpl (gas di petrolio liquefatti), le accise cresceranno da 182,61 euro per mille litri al 30 novembre a 216,67 euro al 31 dicembre.

In cosa si traducono questi aumenti nei costi dei carburanti? Se la benzina, in questi ultimi tempi, si aggirava intorno a 1,600/1,700 euro al litro, a partire dal 1° dicembre si dovrà pagare tra 1,720 e 1,820 euro al litro. La stangata per gli italiani potrebbe essere importante. Ma i problemi che questa misura solleva riguardano anche e soprattutto l’inflazione.

Le due stangate per gli italiani: gli aumenti dei costi dei carburanti e l’inflazione

A sollevare critiche alla decisione del governo è una nota associazione a difesa dei consumatori. Carlo Rienzi, il presidente , sottolinea l’assurdità di questa scelta dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, soprattutto perché avrà sia effetti diretti che effetti indiretti sulle tasche delle famiglie italiane.

La riduzione del taglio alle accise comporterà, come effetto diretto, un rimbalzo immediato alla pompa dei prezzi di diesel e benzina.

Gli aumenti saranno di 12,2 centesimi al litro, di più di 6 euro per un pieno, di 146 euro all’anno per una famiglia media, in cui si ipotizzano due pieni al mese.

Ma l’aumento dei costi dei carburanti produrrà un effetto indiretto ancora più pesante. Ed è questa la seconda stangata per gli italiani. Bisogna partire da un dato. L’85% delle merci in Italia viaggia su gomma. Il taglio delle accise produrrà un aumento dei prezzi al dettaglio per tutti i beni trasportati.

Questa batosta non può essere calcolata facilmente, troppe le variabili in gioco, ma quello che è certo è che ci saranno effetti molto negativi sull’inflazione. Proprio in un momento in cui i prezzi andrebbero calmierati e l’inflazione frenata, questa decisione del governo Meloni rischia di peggiorare notevolmente la situazione.

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