La situazione è sempre più drammatica e i primi blackout energetici nei principali centri cittadini fanno temere il peggio. È possibile che si possa andare verso razionamenti dell’energia elettrica. Il caldo rovente di queste ultime giornate e l’annuncio da parte dei metereologi che questa sarà l’estate più calda di sempre, a causa del cambiamento climatico, non lasciano ben sperare. I condizionatori accesi per resistere a temperature sempre più insopportabili stanno portando a un sovraccarico della rete elettrica. E la situazione internazionale dovuta alla guerra, con i tagli nelle forniture di gas all’Italia e all’Europa in generale, possono creare la tempesta perfetta.

L’Italia è a rischio blackout energetici e l’unica risposta possibile, secondo Paolo Tenti, docente di reti elettriche moderne all’Università di Padova, sarebbe investire nel fotovoltaico.

Cosa sta succedendo tra caldo, condizionatori e blackout nei principali centri italiani

Il caldo anomalo di questi ultimi giorni e l’utilizzazione dei condizionatori sta già provocando una serie di blackout nei principali centri italiani, soprattutto Milano e Torino. E siamo soltanto a inizio estate. A spingere i consumi sono soprattutto i condizionatori. Eurostat ha dimostrato come l’energia utilizzata per riscaldare le case, negli ultimi 40 anni, sia diminuita dell’11%, mentre quella per rinfrescarle è cresciuta nello stesso periodo del 300%. I cambiamenti climatici mordono sempre di più.
I dati di questi ultimi giorni sono estremamente chiari. Partiamo da Torino. La richiesta di energia elettrica è cresciuta nell’arco degli ultimi sette giorni dell’11% e sono molti i comuni della prima cintura in periferia che hanno dovuto fare i conti con blackout di diverse ore: da Santa Rita a Borgo Po, da San Salvario a Vanchiglietta.

Nella città metropolitana di Milano la situazione è ancora peggiore. I dati che si riferiscono alla giornata di venerdì 17 giugno mostrano come la città abbia consumato il 10% in più rispetto alla giornata precedente, il 25% in più rispetto a sette giorni fa, il 35% in più rispetto a un mese fa.

Blackout a catena si sono verificati in varie zone della città, da Brera a viale Certosa, dalla Bovisa ad Affori.

Le ragioni tecniche dei blackout e l’unica soluzione possibile (ma lontana dalle intenzioni del governo)

Ci sarebbero delle ragioni tecniche alla base dei primi blackout energetici che stanno colpendo alcune grandi città italiane. Il professore dei sistemi elettrici per l’energia dell’Università di Bologna, Carlo Alberto Nucci, ha spiegato sulle pagine di Repubblica che il problema è da ritrovarsi nei cavi elettrici.

Una richiesta così elevata li surriscalda a temperature che non possono sostenere. Si tratta dell’effetto Joule, se la corrente aumenta del 10%, il calore aumenta del 20%. Sulla stessa linea l’analisi di Paolo Tenti, docente di reti elettriche moderne dell’Università di Padova, secondo il quale bisognerebbe rifare completamente le reti cittadine, ma è un’operazione quasi impossibile.
Il professor Tenti suggerisce l’utilizzazione del fotovoltaico, con impianti che prevedono batterie per l’accumulo. Sulla stessa linea anche Nucci che sottolinea come “incentivare le comunità energetiche sarebbe una buona idea”.
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