I buoni fruttiferi postali sono un prodotto di investimento senza spese di rimborso, gestione e collocamento e con una tassazione agevolata. Proprio questo sono buoni dall’inizio alla fine. E ancora, sono un prodotto sicuro perché garantito dallo Stato Italiano. Ma cos’è la prescrizione e quando viene attuata? Ecco le info in merito e la vittoria di Adinconsum che ha fatto rimborsare buoni per un importo di 20 mila euro.

Bfp cartacei e prescrizione

I buoni postali di tipo cartaceo si prescrivono dopo dieci anni dalla data di scadenza.

Con la prescrizione, il sottoscrittore di essi perde il diritto al rimborso sia del capitale investito che degli interessi maturati. Per questo Poste Italiane invita i clienti a controllare sempre con attenzione i propri bfp e il conseguente termine di prescrizione decennale.

Qualora la scadenza non sia riportata sul titolo la si potrà consultare sul sito delle Poste oppure rivolgersi presso uno degli uffici postali ubicati in Italia. In alternativa si potranno chiedere informazioni chiamando il numero 800.00.33.22.

Il caso di una titolare di buoni fruttiferi postali senza data di scadenza

L’Adinconsum (l’Associazione a difesa dei Consumatori) sulla sua pagina web parla del caso di una sottoscrittrice di quattro bfp della serie 18B acquistati il 19 ottobre 2005 che avevano un importo complessivo di 20 mila euro. La titolare di tali titoli ha richiesto nel 2018 il rimborso di essi. Poste Italiane, però, glielo ha negato dicendo che i buoni erano stati prescritti il 20 aprile 2017. Essi, però, non riportavano la data di scadenza ed inoltre, quando sono stati sottoscritti, non è stato consegnato alla sottoscrittrice alcun foglio informativo come invece è sempre previsto.

Per queste ragioni l’ABF ovvero l’Arbitro Bancario Finanziario ha accettato il ricorso della consumatrice. La motivazione è che i buoni non presentavano la data di scadenza ed inoltre, dato che il foglio informativo non era stato consegnato, non era possibile stabilire la data di prescrizione.

L’ABF, quindi, ha accolto la richiesta di Adinconsum per conto della sua assistita ed ha chiesto all’intermediario di provvedere al rimborso dei titoli. Inoltre, a quest’ultimo è stato chiesto anche di corrispondere alla Banca d’Italia la somma di 200 euro come contributo per le spese della procedura e alla consumatrice quella di 20 euro per le spese effettuate per presentare il ricorso. Il motivo è che Poste Italiane non ha adempiuto al proprio dovere di informazione e trasparenza nei confronti della sua cliente.

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