Moreno Morello, l’inviato di Striscia la Notizia, ha raccontato nella puntata del 1° gennaio 2020 la storia di una donna che è riuscita a fatica a riscuotere il proprio denaro versato in buoni fruttiferi postali di Poste Italiane. Il problema è stato un errore di compilazione che non dipeso da lei, ecco cosa è accaduto.

Il servizio di Striscia la notizia sui bfp

L’inviato Moreno Morello di Striscia la Notizia si è recato a Istrana in provincia di Treviso per intervistare il signor Vincenzo in merito ad un grave problema con i buoni fruttiferi postali.

Ecco la storia: nel 2001 l’uomo ha regalato (con sommo sacrificio suo e dei nonni) a 2 dei suoi 3 figli del denaro per la maturità. Parliamo di 1 milione di lire ciascuno. Fin qui nulla di strano ma c’è stata una traversia: i due ragazzi hanno deciso di recarsi alle Poste per investire il proprio denaro in buoni fruttiferi postali e una volta sottoscritti questi ultimi hanno deciso di lasciarli fruttare nel tempo. Circa sedici anni dopo, però, uno dei figli del signor Vincenzo ovvero Maria Grazia ha avuto la necessità di acquistare un’automobile e ha portato quindi all’incasso i suoi bfp. All’ufficio però le hanno detto che lo Stato aveva già riscosso la somma in quanto quella tipologia di titolo era scaduto.

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I buoni erano ventennali

Il buono sottoscritto da Maria Grazia, però, era ventennale per cui si è immediatamente chiesta cosa potesse essere accaduto. La risposta è che quei titoli avevano l’aspetto di buoni ventennali ma invece non lo erano. Quell’anno, infatti, il Ministero aveva introdotto dei nuovi buoni a 6 anni  sulle scorte rimanenti dei moduli cartacei dei vecchi buoni. Sulle condizioni dei bfp AF c’era scritto che l’importo sarebbe raddoppiato dopo 9 anni e 6 mesi e che poi sarebbe triplicato dopo 14 anni al lordo delle ritenute erariali.

Se riscosso prima, poi, avrebbe maturato gli interessi lordi del buono ordinario di mezzo punto. Il problema si è avuto perché gli impiegati in fase di sottoscrizione hanno depennato tale scritta inserendo un codice ovvero l’AA1. Secondo Poste Italiane ed il Ministero, però, quella sigla con tanto di scarabocchio sarebbe stata una chiara informazione per il cliente.

La rabbia del signor Vincenzo

Il signor Vincenzo ha raccontato all’inviato di Striscia la Notizia di essersi profondamente arrabbiato per tale episodio anche perché da Poste Italiane non è arrivata mai alcuna comunicazione sul fatto che tali buoni non erano più riscuotibili. La figlia del signor Vincenzo ha quindi scritto all’Arbitro Bancario e Poste Italiane per difendersi ha prodotto il copia ed incolla del diniego fatto ad una risparmiatrice del centro Italia. In esso c’era scritto che la richiesta della signora appariva infondata per matura prescrizione. Maria Grazia, però, ha vinto riscuotendo anche gli interessi. Ciò perché l’Arbitro Bancario e Giudiziario di Milano ha ritenuto lo scarabocchio apposto sui buoni privo di valore. Per il Collegio di Roma, invece,  la donna avrebbe dovuto leggere la Gazzetta Ufficiale per cui si sarebbe trovata a bocca asciutta.

È giusto che un titolo abbia valore diverso da regione a regione?

Moreno Morello si chiede se è giusto che un titolo abbia valore diverso da regione a regione. Ebbene l’Arbitro Bancario in merito a ciò ha risposto che ogni Arbitro ha diritto di decidere caso per caso in autonomia. Poste Italiane ha invece comunicato di essere stato un intermediario del Ministero e che è stato quest’ultimo a chiedere di esaurire le scorte di quella carta. E lo Stato che ha fatto? Ha perso tempo e rinviato i risparmiatori alla lotteria dei singoli giudizi degli Arbitri Bancari.

Questo significa che se si è fortunati, il proprio buono verrà considerato un AF per cui si avranno interessi maggiori. Qualora venga invece considerato come un AA1, gli interessi saranno minori e nel caso di prescrizione non si potrà avere nulla. Chi ha ancora tali buoni nel cassetto, comunica Morello, dovrà a questo punto sperare soltanto di trovarsi nella regione giusta.

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