Una buona notizia per coloro che effettuano prelievi Bancomat, soprattutto in tempi in cui, con il governo Meloni, si incentiva l’utilizzazione del contante rispetto ai pagamenti elettronici.

L’Antitrust ha bloccato la riforma delle commissioni presentata dal consorzio Bancomat, una società partecipata che riunisce 122 banche italiane e che gestisce i circuiti di prelievo contanti e di pagamento più diffusi in Italia. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha rilevato come il nuovo modello avrebbe penalizzato gli utenti e soprattutto avrebbe ristretto gli spazi di concorrenza.

Cosa prevede il piano di riforma delle commissioni per i prelievi Bancomat

Il piano prevede il cambiamento del sistema con il quale gli istituti di credito fanno pagare i costi dei prelievi al Bancomat agli utenti. Il sistema odierno si chiama MIF (MultilateralInterchangeFee) e prevede che, quando un cliente preleva contanti presso uno sportello differente da quello della banca che ha emesso la carta elettronica, è il suo stesso istituto di credito a versare al gestore del Bancomat una commissione fissa di 47 centesimi. per recuperare questi costi, la banca può richiedere al cliente una commissione. Non tutte le banche lo fanno. Quelle che agiscono con questa procedura chiedono 1,90 euro per ogni prelievo allo sportello elettronico. Le banche online e i piccoli istituti di credito non applicano invece nessuna commissione.

Il modello che Bancomat Spa chiedeva per l’Italia è il cosiddetto DAF (Direct Access Fee), utilizzato in Spagna e Germania. Il meccanismo è semplice, ma avrebbe rappresentato una batosta per i clienti. La banca proprietaria dello sportello elettronico può decidere indipendentemente una commissione da far pagare all’utilizzatore, che ovviamente sarebbe avvertito dei costi di prelievo. La tariffa, secondo il piano di Bancomat Spa, sarebbe dovuta essere al massimo di 1,50 euro. Cosa sarebbe accaduto? Che tutte le banche si sarebbero adeguate a questa cifra con il seguente risultato: il cittadino avrebbe pagato una commissione da 1,50 euro per ogni prelievo al Bancomat.

Perché il piano di riforma delle commissioni ha trovato l’opposizione di molte banche

Il modello di riforma delle commissioni per i prelievi Bancomat, in realtà, ha visto l’opposizione di alcune banche. Gli istituti di credito più grandi, e che gestiscono un gran numero di sportelli elettronici, appoggiavano il piano di Bancomat Spa, mentre quelli più piccoli, e soprattutto quelli esclusivamente online, spingevano perché rimanesse il modello attuale. Si tratta di un vantaggio che questi ultimi hanno rispetto alle banche più grandi: non far pagare le commissioni richiama più clienti.

Perché l’Antitrust ha bocciato la riforma delle commissioni

La riforma delle commissioni per i prelievi Bancomat era stata presentata come un modo per frenare la chiusura degli sportelli automatici che sta avvenendo un po’ ovunque in tutta Italia. In alcune zone sta diventando sempre più difficile trovare un ATM. Il consorzio Bancomat Spa aveva sottolineato come un aumento delle commissioni avrebbe dato maggiore equilibrio al mercato e avrebbe contribuito a bloccare la chiusura degli sportelli da parte delle banche.

L’Antitrust ha però dimostrato come le chiusure non siano dovute ai costi di mantenimento degli sportelli automatici. Le banche più grandi stanno chiudendo non soltanto gli ATM ma anche molte filiali per un’altra ragione, risparmiare sui costi fissi. Se gli istituti di credito desiderano aumentare i profitti sui prelievi Bancomat dovranno inventarsi qualcos’altro.

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