L’inflazione brucia il denaro depositato sul conto corrente in termini di potere di acquisto ed è per questo che si cercano delle strategie per investire i propri capitali. C’è chi ha deciso di puntare sulle azioni, esattamente sui titoli petroliferi e chi sui buoni fruttiferi postali.

Le famiglie italiane, intanto, risparmiano sempre di più e ciò lo si nota dall’andamento del denaro detenuto sul conto corrente. Il problema è che con l’inflazione il denaro perde di valore. Diecimila euro di adesso, infatti, tra 10 anni avranno un valore di 7035 euro sottolinea Raffaele Zenti, cofounder e managing partner di Vitual B.

I soldi accumulati con tanti sacrifici sul conto, quindi, varranno il 30% circa in meno mentre cinquantamila euro diventeranno 35713 euro.

Per tutelare i propri risparmi dall’inflazione, quindi, in molti cercano delle alternative al conto corrente. Chi non vuole rischiare sceglie soprattutto i bfp mentre chi vuole l’alzare l’asticella del rischio punta invece sulle azioni o sui Btp.

Azioni e buoni fruttiferi postali

Con l’inflazione che continua a galoppare e che ci terrà sotto scacco almeno per un po’ secondo gli esperti, in molti stanno pensando di investire in azioni. Gli specialisti di Société Générale hanno individuato delle interessanti occasioni di investimento in titoli petroliferi per gli alti dividendi che offrono.

C’è quello Eni con dividend yeld 2022 e 2023 al 7,8%. Il rating è buy con target price 17,5 euro che implica perfomance più rendimento cedola del 37,8% (total return) e performance a sei mesi del -11,8%.
Il dividend yeald 2022 e 2023 della Total Energies(compagnia petrolifera portoghese) è del 5,9% e del 6%, il rating è buy con target price 65 euro e total return del 37,8%. La performance a 6 mesi è del +8,3%. È menzionata anche la compagnia norvegese Equinor il cui rating è hold (quindi mantenere e non comprare) con target price 17,5 euro che implica un total return del 4,3%.

Il dividend yield 2022 è del 69%, quello del 2023 del 6,3% e la performance a 6 mesi del +17,8%.

Per gli esperti del settore, sono diverse le soluzioni positive per combattere l’inflazione a patto, però, che gli investimenti avvengano con gradualità in modo tale da battere anche la volatilità.

Buoni fruttiferi postali settembre 2022: quali rendono di più

Sono due i buoni fruttiferi postali di Poste Italiane che rendono di più a settembre. Si tratta del 3×4 per investimenti fino a 12 anni e del 4×4 per investimenti fino a 16 anni. Entrambi sono prodotti sicuri perché garantiti dallo Stato Italiano, non hanno costi di sottoscrizione e nemmeno di rimborso. Il punto di forza è che il rimborso del capitale investito si può chiedere in ogni momento ma il rinascimento degli interessi maturati si ha nel primo caso dopo 3 anni e nel secondo dopo 4. Prima di tale periodo si ha diritto solo alla cifra investita.

Per quanto concerne gli interessi con i buoni fruttiferi postali 4×4, il rendimento effettivo annuo lordo dopo 4 anni è dell’1%, dopo 8 anni dell’1,50%, dopo 12 anni dell’1,75% e dopo 16 anni del 3%. Per quello 3×4, invece, il rendimento effettivo annuo lordo è dello 0,75% dopo 3 anni, dell’1,25% dopo 6 anni, dell’1,75$ dopo 9 anni e del 2% dopo 12 anni.

Di certo con i bfp non si diventerà ricchi ma almeno si avrà la certezza che i propri soldi non perderanno di valore per colpa dell’inflazione. Secondo le stime degli esperti, infatti, questa tassa occulta ci terrà compagnia ancora per un lungo periodo.
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