Secondo i recenti dati Istat del 2018  il numero delle nascite in Italia è diminuito rispetto all’anno antecedente del 4%. Il fattore principale che determina tale calo secondo gli studiosi è sicuramente quello economico in quanto crescere un figlio costa. Nonostante tutto però è possibile risparmiare, ecco come.

Quanto costa avere un figlio

Il periodo della gravidanza genera dei costi che secondo la Federconsumatori possono superare anche i 2.000 euro. Questo perché ovviamente è necessario recarsi puntualmente dal ginecologo, fare le analisi nonché le ecografie.

E poi ci sono gli integratori come l’acido folico e gli eventuali esami di diagnostica aggiuntivi. Risparmiare però si può: bisognerà soltanto, prima di effettuare analisi, esami e acquistare farmaci, capire quali sono offerti in forma del tutto gratuita dal Servizio Sanitario Nazionale.

Le future mamme, poi, hanno bisogno di nuovi abiti e in merito a ciò la Federconsumatori comunica che una futura mamma spende per questi circa 755 euro. Il suggerimento è quindi quello di non acquistare nuovi capi ma controllare se nell’armadio ce ne sono alcuni che possono essere utilizzati. I pantaloni con l’elastico, ad esempio, potranno essere utilizzati a tal fine. Se si ha qualche amica che ha partorito da poco, poi, sarà possibile chiedere a lei in prestito qualche indumento. Infine ci si potrà recare in un outlet acquistando linee premaman a prezzi abbordabili.

Il consumo iniziale per i bambino e come risparmiare

Quando il bambino nasce, sicuramente i costi aumentano sopratutto nel primo anno di vita come comunica l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori che ha stimato un budget che oscilla tra i 7.123 ed i 15.348 euro. Una cifra abbastanza elevata e questo sopratutto per il passeggino, il seggiolino, il lettino ma anche per l’abbigliamento ed i pannolini (circa 700 euro). Si deve poi contare il cibo come le pappine, il latte in polvere, gli omogeneizzati e tanto altro per i quali si arriva a spendere fino a 2.000 euro.

E poi i giochi nonché le visite dal pediatra.

Il suggerimento per risparmiare riguarda gli abiti. Si potranno, infatti, riutilizzare quelli del figlio di un fratello, di un’amica in quanto vengono utilizzati  così poco (dato che il bambino cresce tanto nei primi anni di vita) che non si usurano ed è un peccato buttarli. Stesso discorso per i giochi. L’alternativa per chi non vorrà optare per oggetti usati è quella di ricercare sul web i prezzi migliori con un risparmio che potrà arrivare in questo caso fino al 25%.

Per il seggiolone che ha il suo costo, invece, si potrà utilizzare lo strumento della condivisione. Molte mamme, infatti, lo prestano quando il loro figlio non lo usa più. Se ne arriva un altro, però, ovviamente lo richiedono indietro. In questo modo aiutandosi l’una con l’altra si potrà risparmiare qualcosina.

La crescita del bambino: come risparmiare

Un altro fonte di spesa riguardante il bambino è l’asilo nido. Molti genitori, infatti, lavorano entrambi e non hanno parenti vicini a cui lasciarlo per cui devono iscriverlo all’asilo. Quest’ultimo ha un costo che viene determinato in base alla struttura che si sceglie e quindi a quella pubblica o privata. Quello pubblico comunque secondo un report di Cittadinanzattiva costa in media 300 euro ma il problema è che i posti sono limitati per cui il suggerimento è quello di provare subito ad effettuare la domanda.

E ancora quando arriva il momento di andare alla scuola primaria, il suggerimento è quello di effettuare acquisti nei supermercati dove il risparmio è maggiore senza farsi abbindolare dai brand del momento che vendono prodotti come zaini o astucci a prezzi molto elevati. Per quanto concerne i libri, invece, comprandoli usati  (qualora ci siano) o in modalità online (se nei negozi fisici non verranno applicati sconti) si potrà risparmiare qualcosina.

Molti siti online e catene si ipermercati come Coop, infatti, nel periodo del nuovo anno scolastico li propongono anche con offerte del 15%.

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