Con un comunicato stampa di giovedì scorso l’Agenzia delle entrate ha dato il via alla stagione della dichiarazione dei redditi precompilata: 730 e modello Redditi.
Rispetto allo scorso anno non si registrano novità di rilievo per quanto riguarda i controlli sui dichiarativi e sulle conseguenze sui rimborsi.
Soffermandoci sul 730 precompilato, bisogna distinguere i controlli ordinari da quelli preventivi: quest’ultimi possono far slittare i conguagli in busta paga anche di sei mesi.
Partendo dai controlli generici sulla dichiarazione dei redditi precompilata, analizzeremo gli effetti dei controlli preventivi sui rimborsi da 730 in busta paga.
730 e modello Redditi. Quali controlli sulla precompilata?
Dallo scorso anno l’Agenzia delle Entrate ha esteso al modello Redditi PF precompilato – messo a disposizione per la prima volta anche ai titolari di partita IVA in via sperimentale, grazie all’art.
19 del D.Lgs 1/2024 – lo stesso impianto di controlli già previsto per il 730 precompilato.
In pratica, resta valido il principio cardine dell’art. 5 D.Lgs 175/2014 che riguarda i controlli sulla precompilata:
- se il contribuente (o il suo intermediario) trasmette la dichiarazione senza modificare alcun dato inserito dall’Amministrazione, l’onere della prova è considerato assolto e non scatta alcun controllo documentale sugli oneri detraibili e deducibili comunicati dai soggetti terzi (spese sanitarie, interessi mutuo, premi assicurativi, ecc.);
- se invece vengono introdotte variazioni che incidono sul reddito o sull’imposta, le verifiche si restringono alle sole voci ritoccate.
Rispetto all’ultimo punto: nel caso di invio diretto l’Agenzia chiederà i documenti giustificativi soltanto per quelle spese, mentre per gli invii tramite CAF o professionista i controlli si estendono anche agli oneri non modificati.
Con un’eccezione: per le spese sanitarie rimaste invariate, che continuano a beneficiare di una “franchigia” dai controlli formali.
In questo modo il Fisco incentiva l’accettazione integrale del prospetto precompilato. Garantendo al tempo stesso verifiche mirate e proporzionate alle effettive correzioni apportate.
Dunque, l’Agenzia delle entrate effettua controlli specifici su 730 e modello Redditi precompilato.
730 precompilato 2025. A rischio i rimborsi per questi soggetti
Un discorso a parte va fatto per i c.d. controlli preventivi che riguardano il 730: precompilato e ordinario.
L’art. 5, comma 3-bis, del D.Lgs 175/2014 affida all’Agenzia delle Entrate un controllo “a monte” sui modelli 730 quando il contribuente, intervenendo sulla precompilata, modifica il saldo a credito.
Più nello specifico, se le correzioni producono incoerenze nei dati o generano un rimborso superiore a 4.000 euro, l’Amministrazione può fermare la pratica rimborsi 730 e attivare i controlli preventivi.
La verifica – che può essere puramente automatizzata oppure richiedere l’invio della documentazione di spesa – va avviata entro quattro mesi dalla scadenza ordinaria. O dalla data di trasmissione, se più tardiva).
Finché il controllo non si chiude, il rimborso resta in stand-by: l’erogazione avviene comunque entro sei mesi dal termine di presentazione, salvo esiti negativi.
Il contribuente viene avvisato nella propria area riservata del portale dell’Agenzia delle entrate (e via mail, se ha spedito da sé o tramite INPS-sostituto).
Mentre in caso di invio con CAF o professionista è l’intermediario a ricevere l’allerta e a girarla al cliente; i conguagli con il sostituto d’imposta restano sospesi.
Ma che cos’è un’“incoerenza”? Il Fisco la individua in scostamenti significativi rispetto ai versamenti F24, alle Certificazioni Uniche, alle dichiarazioni dell’anno precedente o ai dati di spesa ricevuti dai soggetti terzi (università, farmacie, imprese edili, ecc.).
In presenza di tali scarti, l’Agenzia congela il rimborso e chiede eventualmente prove: solo dopo averle vagliate rilascia il via libera definitivo.
Anche una cartella non rateizzata può avere effetti sui rimborsi da 730.
Riassumendo
- Quando scattano i controlli – Se il 730 precompilato è modificato e l’operazione genera incoerenze o un rimborso > 4.000 €, l’Agenzia delle Entrate attiva il controllo preventivo (art. 5, c. 3-bis, D.Lgs 175/2014).
- Tipologia di verifica – I controlli possono essere automatizzati o basati su richiesta dei documenti giustificativi per le sole voci “ritoccate”.
- Tempi di attivazione – L’Agenzia ha 4 mesi dalla scadenza ordinaria di invio (o dalla data di trasmissione se successiva) per avviare la verifica.
- Erogazione del rimborso – Se tutto è regolare, il rimborso arriva entro 6 mesi dal termine di presentazione (o dalla data di invio se più tardiva); fino ad allora, i conguagli sono sospesi.
- Comunicazioni al contribuente – L’avviso arriva via area riservata/e-mail per chi invia da sé; se c’è un CAF o un professionista, l’allerta passa all’intermediario, che la inoltra al cliente.