I permessi 104 rappresentano uno degli strumenti più significativi introdotti dalla normativa italiana in tema di tutela della disabilità e conciliazione tra vita lavorativa e assistenza familiare.
Nati per sostenere i lavoratori dipendenti che si fanno carico dell’assistenza a familiari in condizione di disabilità grave, questi permessi continuano a generare dibattito, soprattutto quando si verificano casi controversi legati alla loro applicazione pratica.
Permessi 104: diritto riconosciuto per l’assistenza ai disabili
La normativa vigente riconosce ai lavoratori subordinati il diritto di assentarsi dal lavoro per un massimo di tre giorni al mese, anche frazionabili in ore, allo scopo di fornire assistenza a soggetti disabili.
Questa possibilità si estende a:
- genitori, anche adottivi o affidatari, di figli con handicap grave;
- coniugi, partner uniti civilmente o conviventi di fatto;
- familiari fino al terzo grado, se affetti da disabilità riconosciuta come grave.
Il beneficio non è riservato esclusivamente a chi presta assistenza: anche il lavoratore disabile può usufruire dei permessi per esigenze personali correlate alla propria condizione. Non a caso, l’ultimo provvedimento legislativo approvato in Senato ha introdotto la possibilità di accedere a ulteriori 10 ore mensili di permessi, a favore dei lavoratori disabili che necessitano di cure o terapie aggiuntive.
Procedura per l’accesso: ruolo dell’INPS e obblighi informativi
La fruizione dei permessi 104 richiede una specifica procedura autorizzativa. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la richiesta permessi 104 non va presentata direttamente al datore di lavoro, ma all’INPS. Una volta ottenuta l’approvazione da parte dell’Istituto, il lavoratore potrà utilizzare i permessi comunicandolo all’azienda, ma non dovrà ripresentare la domanda ogni volta: l’autorizzazione è unica e rimane valida fino a eventuali variazioni.
È fondamentale che la richiesta includa tutte le dichiarazioni previste e che il lavoratore comunichi tempestivamente – entro trenta giorni – ogni cambiamento rispetto a quanto dichiarato inizialmente. Una dimenticanza o un’omissione potrebbe compromettere la legittimità del diritto e comportare conseguenze disciplinari.
Durante l’utilizzo dei permessi 104, la retribuzione non subisce alcuna decurtazione, garantendo così al lavoratore il pieno sostegno economico.
Il nodo giurisprudenziale nei permessi 104: quando l’uso diventa abuso
Negli anni, l’applicazione dei permessi previsti dalla Legge 104 è stata frequentemente oggetto di contenziosi. In particolare, la giurisprudenza ha più volte tracciato il confine tra uso corretto e abuso del diritto, ponendo l’accento sulla finalità assistenziale che deve guidare la fruizione dei giorni di permesso.
L’impiego dei permessi deve essere rigorosamente connesso all’assistenza del familiare disabile o, nel caso di beneficiario diretto, al soddisfacimento delle proprie esigenze sanitarie e terapeutiche. Qualsiasi utilizzo che esuli da questo scopo può essere sanzionato in maniera severa, arrivando anche al licenziamento per giusta causa.
Il caso Deloro Microfusione: uno scontro tra diritti e rigidità procedurale
Un episodio recente ha riacceso l’attenzione pubblica sul tema ed è finita anche sui quotidiani nazionali (online e non). Protagonista della vicenda è un operaio specializzato della Deloro Microfusione, azienda situata a Fizzonasco di Pieve Emanuele, nel milanese.
L’uomo ha utilizzato i permessi 104 per prendersi cura della moglie invalida sin dal 2021.
Tuttavia, a seguito di alcune variazioni nella situazione familiare, avrebbe omesso – per sua stessa ammissione – di aggiornare la documentazione presso l’INPS. Resosi conto dell’errore, ha provveduto a regolarizzare la propria posizione informando tempestivamente l’ente previdenziale e il proprio datore di lavoro.
Nonostante il tentativo di rimediare, gli è stato notificato il licenziamento per aver usufruito di “permessi non spettanti”. La reazione dei colleghi non si è fatta attendere: lo scorso 25 luglio hanno organizzato un primo sciopero, seguito da un presidio davanti alla sede aziendale anche il lunedì successivo, rifiutandosi di riprendere servizio in segno di solidarietà.
Permessi 104 e licenziamento: in campo anche le istituzioni
La vicenda ha avuto risonanza anche a livello istituzionale. Il sindaco di Pieve Emanuele, Pierluigi Costanzo, ha espresso preoccupazione per il licenziamento, definendolo “sproporzionato rispetto a quanto accaduto”. Attraverso un post pubblicato sui social, ha dichiarato di essersi attivato per contattare i vertici dell’azienda e i rappresentanti sindacali, con l’obiettivo di facilitare un confronto volto alla risoluzione della controversia.
Il primo cittadino ha ribadito la centralità della Deloro Microfusione per l’economia locale, evidenziando come l’azienda impieghi circa 200 persone, e ha garantito il proprio impegno per riportare la serenità tra le parti.
Il caso Deloro evidenzia come la gestione dei permessi 104, pur essendo disciplinata dal legislatore, possa presentare elementi critici quando si scontra con situazioni complesse. È evidente che, al di là dell’impianto normativo, l’aspetto umano e il buon senso dovrebbero guidare l’interpretazione delle regole, specialmente quando ci si trova di fronte a errori non intenzionali.
I permessi 104 sono un diritto fondamentale, ma anche una responsabilità. Il loro utilizzo corretto è essenziale per tutelare sia chi ne beneficia sia l’integrità del sistema che li garantisce. Allo stesso tempo, occorrerebbe evitare che una svista burocratica comprometta anni di servizio e dedizione,. Soprattutto quando il lavoratore ha agito in buona fede e ha tentato di rimediare.
Riassumendo
- I permessi 104 tutelano lavoratori che assistono familiari con disabilità grave.
- Spettano tre giorni al mese, anche frazionabili in ore, senza perdita di retribuzione.
- La richiesta si presenta all’INPS una sola volta, non ogni volta.
- Uso scorretto comporta sanzioni disciplinari fino al licenziamento per giusta causa.
- Caso Deloro: licenziato operaio per mancato aggiornamento documentazione INPS.
- Il sindaco chiede mediazione tra azienda e sindacati per risolvere il conflitto.