A partire dal 2026 entra in scena una novità importante per chi convive con malattie oncologiche, invalidanti o croniche: saranno disponibili 10 ore annue aggiuntive di permesso retribuito da utilizzare per visite specialistiche, accertamenti e cicli terapeutici ricorrenti. Si tratta di un tassello in più nel sistema di tutele già esistente e, soprattutto, si somma a quanto riconosciuto oggi dalla disciplina dei permessi previsti dalla legge 104.
Per comprendere la portata del cambiamento è utile ricordare l’assetto attuale.
I permessi 104 “ordinari”
I permessi collegati alla legge 104 rappresentano un diritto consolidato per i lavoratori dipendenti che devono prendersi cura di un familiare con disabilità.
Ad esempio coniuge, figli, genitori e altri parenti indicati dalla norma. A queste persone spettano tre giornate retribuite ogni mese, che possono essere usate anche in forma oraria per adattarsi meglio alle esigenze quotidiane. La stessa cornice normativa consente da sempre che il lavoratore con disabilità utilizzi tali permessi per sé, anche solo per recuperare energie quando lo richiedono le condizioni di salute.
Il passo avanti previsto dal 2026 riguarda proprio chi vive in prima persona una condizione di salute delicata. Oltre alle tre giornate mensili, il lavoratore con invalidità potrà chiedere 10 ore extra di permessi 104 da dedicare a prestazioni sanitarie frequenti: programmazione di controlli periodici, esami diagnostici ravvicinati, percorsi terapeutici che richiedono continuità.
Le ore aggiuntive non sostituiscono nulla di ciò che già esiste: sono un rafforzamento pensato per coprire bisogni che ricorrono più volte nell’arco dell’anno.
Le 10 ore extra anche per il caregiver
Il perimetro dei permessi 104 extra non si limita però al diretto interessato. La nuova misura, infatti, riguarda anche i familiari che assistono una persona con disabilità certificata.
In questi casi, le 10 ore annue si affiancano alle tre giornate mensili per offrire maggiore flessibilità nella gestione di appuntamenti medici e terapie della persona assistita, sempre mantenendo la logica della retribuzione e della tutela del reddito durante l’assenza dal lavoro.
Per accedere alle 10 ore aggiuntive occorre rispettare i requisiti indicati dalla legge. La tutela scatta se è presente un’invalidità civile superiore al 33% oppure il riconoscimento della condizione di disabilità grave. Queste soglie, già note in ambito assistenziale, fungono da criterio oggettivo per individuare le situazioni che richiedono un impegno sanitario più intenso e continuativo rispetto alla media.
Cumulativi e non alternativi
L’elemento chiave della riforma è la cumulabilità. Le giornate mensili continuano a garantire un “cuscinetto” ampio per esigenze organizzative, emergenze familiari o necessità personali legate alla disabilità. Le 10 ore annue, invece, sono pensate come strumento mirato per coprire quei tempi di attesa, spostamento e cura che accompagnano visite, esami e terapie ripetute. In altre parole, l’intervento punta a colmare gli spazi che spesso restavano scoperti quando l’assistenza sanitaria richiedeva appuntamenti ravvicinati.
Dal punto di vista pratico, la possibilità di frazionare le giornate mensili in ore resta un cardine dell’impianto originario, perché permette un uso flessibile del permesso in base alla durata dell’impegno.
A questa flessibilità si aggiunge ora un pacchetto orario dedicato, utile nei calendari scanditi da prestazioni sanitarie che non occupano l’intera giornata. Ma ne richiedono comunque una parte consistente. L’effetto combinato è una gestione più precisa del tempo di cura, senza intaccare le tutele storiche.
Permessi 104 extra: il quadro complessivo dal 2026
L’introduzione dei permessi 104 extra ha anche un valore preventivo. Garantire ore retribuite per la cura programmata significa ridurre il rischio che controlli o terapie vengano rinviati per motivi lavorativi, con possibili ripercussioni sulla salute. Allo stesso tempo, la presenza di uno strumento dedicato agli accompagnatori familiari riconosce il peso concreto dell’assistenza e la necessità di conciliarla con gli impegni professionali, in particolare quando gli appuntamenti medici sono frequenti e non facilmente ripianificabili.
È utile ribadire il quadro complessivo:
- Tre giornate retribuite al mese restano il pilastro dei permessi collegati alla 104. Possono essere utilizzate anche a ore e spettano sia a chi assiste un familiare con disabilità sia al lavoratore disabile per esigenze personali. Compresi i momenti di recupero psicofisico.
- Dal 2026 arrivano 10 ore annue aggiuntive per chi è affetto da patologie oncologiche, invalidanti o croniche, utilizzabili per visite, esami e terapie frequenti.
- Le 10 ore si applicano anche ai familiari caregiver quando la persona assistita ha invalidità civile oltre il 33% o disabilità grave riconosciuta.
Con l’entrata in vigore dal 2026, lavoratori con patologie e caregiver familiari avranno uno strumento in più per tutelare salute, dignità e continuità del reddito, senza rinunciare all’organizzazione del lavoro e senza sacrificare la qualità dell’assistenza.
Riassumendo
- Dal 2026 introdotte 10 ore annue retribuite per visite, esami e terapie.
- Le ore aggiuntive si sommano ai tre giorni mensili dei permessi 104.
- Destinate a lavoratori con patologie oncologiche, croniche o invalidanti.
- Valide anche per familiari che assistono persone con disabilità certificata.
- Requisiti: invalidità civile oltre 33% o disabilità grave riconosciuta.
- Maggiore flessibilità e tutela per conciliare lavoro e necessità sanitarie frequenti.