Una materia complicata quella della pensione di reversibilità. Le regole che disciplinano la pensione ai superstiti sono particolari e spesso poco chiare, tanto che molti finiscono per perdere soldi a causa di aspetti poco conosciuti. Un esempio tipico è il cosiddetto assegno di vedovanza: una vera e propria maggiorazione della pensione di reversibilità che spetta però solo ad alcuni vedovi, e soltanto al verificarsi di determinati requisiti personali e del defunto.
Si tratta di un importo aggiuntivo che può arrivare a 52,91 euro al mese e che, se mai richiesto in precedenza, consente di ottenere anche arretrati fino a 60 mesi, con un recupero superiore ai 3.000 euro.
Pensioni: per i vedovi maggiorazione da oltre 50 euro al mese, ecco come richiedere fino a 5 anni di arretrati
Pensione di invalidità, pensione ai superstiti e assegno di vedovanza: tre elementi legati tra loro, che in alcuni casi permettono di ottenere più prestazioni contemporaneamente.
La pensione di reversibilità tutela i superstiti di un pensionato deceduto. Ne possono beneficiare il coniuge superstite, gli ex coniugi e, in determinate condizioni, anche altri familiari aventi diritto.
Tuttavia, solo il coniuge superstite può richiedere l’assegno di vedovanza, cioè quella maggiorazione della pensione che si lega direttamente anche al possesso di un’altra prestazione: la pensione o l’assegno di invalidità.
Ed è proprio su questi aspetti che si concentrano i dubbi di molti contribuenti, come dimostra la domanda riportata da una nostra lettrice.
Pensione di reversibilità, ecco chi può ottenere anche la maggiorazione arretrata di 5 anni
Se la pensione di reversibilità spetta, ad esempio, a un figlio disabile a carico del pensionato defunto, l’assegno di vedovanza non è riconosciuto.
Allo stesso modo, non ne ha diritto il coniuge superstite che non sia invalido.
L’importo della maggiorazione, come detto, è di 52,91 euro mensili, ma in alcuni casi può ridursi a 19,59 euro al mese.
Va ricordato che la misura è soggetta a prescrizione quinquennale. Ciò significa che chi non l’ha mai richiesta, pur avendone avuto diritto in passato, può recuperare fino a 5 anni di arretrati, incrementando così l’importo complessivo della pensione di reversibilità.
Ecco i requisiti per ottenere le somme aggiuntive
La pensione di reversibilità per il coniuge superstite corrisponde generalmente al 60% della pensione del defunto. Se il pensionato percepiva 1.000 euro, il coniuge superstite riceve 600 euro. Una riduzione consistente, che inevitabilmente abbassa il tenore di vita. Proprio per questo, anche un’integrazione come l’assegno di vedovanza può risultare fondamentale.
Per ottenere il beneficio, il superstite deve però rispettare precisi requisiti:
- essere invalido grave, titolare di assegno di accompagnamento o con inabilità lavorativa al 100%;
- avere un reddito inferiore a 32.148,88 euro annui.
La misura dell’assegno dipende proprio dal reddito:
- fino a 28.659,42 euro annui, spetta l’importo pieno di 52,91 euro al mese;
- oltre questa soglia e fino al limite massimo di 32.148,88 euro, l’assegno scende a 19,59 euro mensili.
Chi non rientra in queste condizioni non ha diritto all’assegno di vedovanza sulla pensione di reversibilità.