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Oggi: 05 Dic, 2025

Ecco le novità sulle pensioni in manovra: Per i nati fino al 1963 tre mesi di contributi in meno

Arrivano importanti novità sulle pensioni dalla manovra di Bilancio, stop all'aumento dei requisiti, ma solo per i nati entro il 1963.
2 mesi fa
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pensioni manovra finanziaria
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Alla fine, qualcosa sulle pensioni troverà posto nella legge di Bilancio.
Come sempre, però, quando si arriva al momento di varare le nuove misure, dubbi e incertezze regnano sovrani.
Durante la fase di stesura della manovra, infatti — soprattutto con i governi di coalizione — le discussioni interne sono numerose.
E anche questa manovra finanziaria non fa eccezione: in materia previdenziale, emergono alcune divergenze di vedute tra i partiti della maggioranza.

La Lega ha promesso di bloccare l’aumento dei requisiti dal 2027, cioè di neutralizzare l’effetto dell’aspettativa di vita che, da quella data, porterebbe a un ulteriore slittamento dell’età pensionabile.


>All’interno della maggioranza, però, non tutti concordano su uno stop totale a questo incremento.
>La stessa incertezza riguarda anche altre ipotesi di riforma, come la Quota 41 flessibile o la pensione a 64 anni estesa tramite l’utilizzo del TFR e delle rendite integrative per chi non raggiunge i requisiti minimi.

Oggi, però, per le novità previdenziali da inserire in manovra, ci concentriamo sull’aumento dei requisiti dal 2027.

Ecco le novità sulle pensioni in manovra: nuovi requisiti, aumenti e nuove uscite

Al momento, il dato certo è che — in base ai dati ISTAT sull’aspettativa di vita — dal 2027 i requisiti per la pensione di vecchiaia e per le pensioni anticipate dovrebbero aumentare di tre mesi.
Usiamo il condizionale perché si tratta di una questione ancora aperta all’interno della maggioranza, dove si discute su come bloccare o limitare tale incremento.

L’idea di partenza, sostenuta dalla Lega, è chiara: l’aumento va bloccato del tutto e per tutti.
>Ma si tratta di un’operazione dal costo elevato per le casse dello Stato — circa 5 miliardi di euro secondo le prime stime — per cui il governo sta valutando soluzioni di compromesso.

L’aumento di tre mesi dell’età pensionabile non nasce con l’attuale esecutivo: si tratta di un adeguamento automatico periodico previsto per legge, legato all’andamento della speranza di vita.
Quando quest’ultima cresce, aumentano proporzionalmente anche età e requisiti contributivi.
Nel 2027, l’incremento stimato di tre mesi dovrebbe interessare sia la pensione di vecchiaia sia le pensioni anticipate ordinarie.

Tuttavia, l’ipotesi più accreditata al momento sembra quella di un compromesso salva conti pubblici: lo stop solo per alcuni contribuenti, e non per tutti.
L’ultima proposta, infatti, prevede di bloccare lo scatto esclusivamente per chi raggiunge nel 2027 una determinata età anagrafica.

Ecco le novità sulle pensioni in manovra: vantaggi per i nati fino al 1963, per gli altri guai in vista

Che il governo sia intenzionato a bloccare l’aumento automatico dell’età pensionabile dal 2027 non è una sorpresa.
Ma il come farlo rischia di creare differenze significative tra i lavoratori.

L’idea attualmente in discussione è quella di mantenere la pensione di vecchiaia a 67 anni, senza l’aumento di tre mesi, solo per chi compie 64 anni nel 2027.
Tradotto: sarebbero salvi solo i nati entro il 1963.

Ad esempio, un lavoratore nato a dicembre 1963, per il solo fatto di compiere 64 anni nel 2027, potrebbe accedere alla pensione dal primo giorno del mese successivo al 64° compleanno, quindi nel 2030.


>Al contrario, chi è nato a gennaio 1964 dovrebbe attendere altri tre mesi, andando in pensione dal mese successivo al compimento di 67 anni e 3 mesi.

Per i nati fino al 1963 tre mesi di contributi in meno

Se per l’età pensionabile la differenza si rifletterà nel 2030 o nel 2031, il discorso cambia per chi punta alla pensione anticipata ordinaria.
>Chi, nel 2027, raggiungerà i 42 anni e 10 mesi di contributi (uomini) o 41 anni e 10 mesi (donne) potrà andare in pensione con le regole attuali, a cui si aggiunge la solita finestra di tre mesi per la decorrenza.

Chi invece compirà i requisiti dopo il 2027 — quindi i nati nel 1964 e successivi — dovrà lavorare tre mesi in più.
Nel dettaglio, i nuovi requisiti diventerebbero:

  • 43 anni e 1 mese di contributi per gli uomini;
  • 42 anni e 1 mese di contributi per le donne;
    sempre con l’aggiunta della finestra mobile di tre mesi.

In sintesi, i nati fino al 1963 potranno andare in pensione tre mesi prima rispetto alle generazioni successive. Beneficiando così del blocco parziale previsto nella manovra 2025.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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