Il sistema pensionistico italiano prevede, in alcuni casi specifici, la possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia anticipata. Ossia prima dell’età ordinaria stabilita a 67 anni.
Una delle principali modalità in tal senso è rappresentata dalla invalidità. Insomma una misura riservata a determinate categorie di lavoratori dipendenti del settore privato che presentano una significativa riduzione della capacità lavorativa. Si tratta di un’opportunità importante, ma vincolata a requisiti stringenti sia contributivi che sanitari.
A chi è destinata la pensione vecchiaia anticipata
Il diritto alla pensione vecchiaia anticipata può essere esercitato esclusivamente da lavoratori dipendenti del settore privato che risultano iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) o ai fondi pensione sostitutivi dell’AGO, a condizione che abbiano versato contributi entro il 31 dicembre 1995.
Non rientrano, dunque, in questo ambito i lavoratori autonomi, i liberi professionisti né i dipendenti pubblici.
La normativa prevede inoltre che i beneficiari debbano presentare un’invalidità riconosciuta pari o superiore all’80%, valutata dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) attraverso un apposito accertamento sanitario. Questa soglia rappresenta un requisito imprescindibile per l’accesso alla misura, poiché attesta una compromissione grave e duratura della capacità lavorativa.
I requisiti anagrafici e contributivi
Per ottenere la pensione vecchiaia anticipata in caso di invalidità, è necessario soddisfare precise condizioni anagrafiche e contributive, diverse a seconda del genere. Le donne possono accedere alla prestazione al compimento del 56° anno di età, mentre per gli uomini l’età minima è fissata a 61 anni. Dunque, un anticipo anagrafico di diversi anni rispetto alla pensione vecchiaia ordinaria. Ad ogni modo, in entrambi i casi è richiesto un montante contributivo di almeno 20 anni.
Questi requisiti rappresentano la soglia minima per accedere al trattamento. Una volta soddisfatti, il lavoratore invalido può presentare domanda all’INPS, che procederà con l’iter di accertamento e successiva liquidazione della pensione.
Come avviene il riconoscimento dell’invalidità
Anche nel caso in cui il soggetto sia già titolare di un riconoscimento di invalidità civile, l’accesso alla pensione vecchiaia anticipata non è automatico. L’INPS provvede infatti a un’ulteriore valutazione sanitaria, eseguita da una delle proprie commissioni mediche. L’invalidità civile, infatti, può fungere da elemento di supporto nella valutazione, ma non ha valore vincolante ai fini previdenziali.
Dopo la presentazione della domanda di pensione, il lavoratore viene convocato per una visita medica, durante la quale sarà verificato se il grado di invalidità è conforme a quanto previsto dalla normativa (pari almeno all’80%). Solo in caso di esito positivo si potrà procedere con la liquidazione della prestazione.
Decorrenza della pensione vecchiaia anticipata
Un aspetto importante da considerare è legato alla decorrenza del trattamento pensionistico. Una volta ottenuto il riconoscimento da parte dell’INPS e soddisfatti tutti i requisiti (età, contribuzione e invalidità), la pensione non decorre immediatamente, ma dopo una cosiddetta “finestra mobile” di 12 mesi.
Ciò significa che la prestazione viene erogata a partire dal primo giorno del mese successivo al compimento di un anno dal momento in cui sono stati maturati tutti i requisiti.
Questa finestra è stata introdotta per garantire un intervallo temporale che consenta all’ente previdenziale di completare tutte le verifiche e valutazioni necessarie.
Quando decorre il beneficio in base alla data dell’invalidità
Il momento in cui si manifesta l’invalidità ha rilevanza sulla decorrenza della pensione vecchiaia anticipata. Se l’invalidità è accertata come antecedente al raggiungimento del requisito anagrafico minimo (56 anni per le donne, 61 per gli uomini), la pensione decorrerà a partire dal mese successivo al compimento dell’età richiesta, applicando comunque la finestra mobile di 12 mesi.
Diversamente, se lo stato invalidante viene riconosciuto successivamente al raggiungimento dell’età pensionabile, la decorrenza sarà legata alla data di accertamento dell’invalidità stessa, posticipata comunque di un anno.
L’esclusione dei lavoratori pubblici e autonomi dalla pensione vecchiaia anticipata
Nonostante la misura possa apparire particolarmente tutelante per i soggetti in condizioni di salute compromesse, essa non si applica a tutte le categorie di lavoratori. In particolare, i dipendenti pubblici e i lavoratori autonomi risultano esclusi dalla possibilità di accedere a questo canale di uscita anticipata.
Per questi soggetti esistono altre forme di tutela e strumenti previdenziali, ma non possono avvalersi delle disposizioni previste per la pensione vecchiaia anticipata da invalidità riconosciuta.
Riassumendo
- Accesso pensione vecchiaia anticipata riservato ai dipendenti privati con invalidità almeno all’80% riconosciuta dall’INPS.
- Età minima: 56 anni per le donne, 61 anni per gli uomini.
- Servono almeno 20 anni di contributi versati entro il 31 dicembre 1995.
- L’invalidità deve essere accertata dalle commissioni mediche INPS, non basta quella civile.
- La pensione decorre 12 mesi dopo il raggiungimento dei requisiti.
- Esclusi lavoratori autonomi e dipendenti pubblici dalla misura previdenziale.