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Oggi: 05 Dic, 2025

Pensione, Istat conferma: dal 2050 si va verso i 70 anni per uscire

Secondo l’Istat, nei prossimi decenni sempre più italiani resteranno attivi più a lungo, seguendo l’aumento dell’età pensione
1 mese fa
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L’età pensione rappresenta uno dei temi più delicati e dibattuti nel panorama economico e sociale italiano. Le recenti proiezioni della Ragioneria Generale dello Stato, diffuse dall’Istat, delineano un futuro in cui i requisiti anagrafici per il pensionamento saranno sempre più elevati, in linea con l’aumento della speranza di vita. Parallelamente, la manovra di bilancio 2026 introduce alcune misure volte a contenere, almeno in parte, gli effetti di questo incremento, sebbene nel breve periodo e non per tutti i lavoratori.

Età pensione: le proiezioni al 2050

Secondo le stime ufficiali diffuse dall’Istat, entro il 2050 l’età pensione per la pensione di vecchiaia arriverà a 68 anni e 11 mesi per uomini e donne, contro i 67 anni attuali.

Una crescita graduale ma costante che, se confermata, condurrà a 70 anni nel 2067.

Questo dato riflette non solo l’aumento dell’aspettativa di vita, ma anche la necessità di mantenere in equilibrio il sistema previdenziale in un contesto demografico caratterizzato da un forte invecchiamento della popolazione.

Le previsioni, inoltre, indicano che nei prossimi venticinque anni la presenza di persone anziane nel mondo del lavoro crescerà in modo significativo. Tra il 2024 e il 2050, il tasso di attività nella fascia 55-64 anni passerà dal 61% al 70%, mentre per la fascia 65-74 anni salirà dall’11% al 16%. Complessivamente, il tasso di partecipazione alla forza lavoro tra i 15 e i 74 anni raggiungerà il 62%, quattro punti percentuali in più rispetto al 2024.

Differenze di genere: donne più presenti nel mercato del lavoro

Le previsioni dell’Istat segnalano anche un aumento della partecipazione femminile al lavoro. Nel 2050, il tasso di attività delle donne raggiungerà il 55%, con un incremento di oltre cinque punti rispetto ai livelli attuali.

Per gli uomini, invece, il tasso salirà al 68,3%, con un incremento più contenuto.

Questi numeri suggeriscono una graduale riduzione del divario di genere, anche se il cammino verso una piena parità occupazionale resta ancora lungo. L’allungamento della vita lavorativa, tuttavia, rischia di pesare maggiormente sulle lavoratrici, spesso impegnate in carichi familiari che rendono più complesso prolungare l’attività professionale.

La legge Fornero e l’adeguamento automatico all’aspettativa di vita

Attualmente, la legge Fornero collega in modo diretto l’aumento dell’età pensione alla crescita della speranza di vita. In base a questo meccanismo, ogni miglioramento nella longevità della popolazione comporta automaticamente un innalzamento dei requisiti anagrafici per il pensionamento.

Ad oggi, per la pensione di vecchiaia sono richiesti 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi, ridotti a 15 in specifici casi. Per la pensione anticipata ordinaria, invece, non è previsto un requisito anagrafico: servono 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Età pensione: gli effetti attesi dal 2027

Nel breve periodo, si evidenzia che dal 2027 scatterebbe un primo adeguamento. In assenza di interventi, l’età pensione aumenterebbe di tre mesi, arrivando a 67 anni e 3 mesi per la pensione di vecchiaia. Parallelamente, la pensione anticipata richiederebbe 43 anni e 1 mese di contributi per gli uomini e 42 anni e 1 mese per le donne.

Il governo ha cercato di intervenire per contenere questi effetti, individuando risorse nella manovra 2026 volte a sospendere, almeno parzialmente, gli incrementi legati all’aspettativa di vita. Tuttavia, le disponibilità finanziarie non consentiranno di estendere il blocco a tutti i lavoratori.

Le misure previste nella manovra 2026: stop selettivo agli aumenti

Il testo della manovra di bilancio 2026, datato 17 ottobre 2025, stabilisce che il blocco dell’aumento automatico dell’età pensionabile sarà selettivo. Nel senso che si applicherà solo ad alcune categorie di lavoratori. Per gli altri, gli adeguamenti scatteranno regolarmente.

In particolare, per il biennio 2027-2028 è previsto un incremento graduale: un mese in più nel 2027 e due mesi in più nel 2028. Tuttavia, chi svolge attività gravose o usuranti continuerà a godere di una tutela speciale, potendo andare in pensione senza subire gli effetti dell’aumento legato alla speranza di vita.

Questa distinzione nascerebbe dall’esigenza di salvaguardare quei lavoratori che operano in condizioni particolarmente difficili o faticose, per i quali un prolungamento dell’età lavorativa risulterebbe insostenibile.

Età pensione: uno sguardo al futuro del sistema previdenziale

L’andamento demografico e le tendenze del mercato del lavoro delineano un quadro complesso per il sistema pensionistico italiano. L’aumento progressivo dell’età pensione apparirebbe ormai inevitabile per garantire la sostenibilità del sistema, ma al tempo stesso impone una riflessione più ampia sulle politiche del lavoro, della salute e del welfare.

Serviranno interventi mirati per favorire l’occupazione delle fasce più mature della popolazione, incentivare la formazione continua e sostenere la flessibilità in uscita. Così da rendere più equilibrato il rapporto tra anni di lavoro e anni di pensione.

Riassumendo

  • Secondo gli ultimi dati ISTAT, l’età pensione salirà a 68 anni e 11 mesi entro il 2050.
  • Nel 2067 la pensione di vecchiaia raggiungerà quota 70 anni.
  • Aumenterà la partecipazione al lavoro di over 55 e over 65.
  • La legge Fornero collega l’età pensionabile all’aspettativa di vita.
  • Dal 2027 età pensione a 67 anni e 3 mesi.
  • La manovra 2026 bloccherebbe l’aumento solo per lavori gravosi o usuranti.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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