Con il varo della legge di Bilancio, che al momento è ancora una semplice bozza, arriva una buona notizia per i pensionati: il governo sembra intenzionato ad aumentare di 20 euro al mese l’importo delle pensioni minime. Si tratta di un incremento che si aggiunge alla rivalutazione automatica legata al tasso di inflazione.
Ma proprio l’inflazione apre un’ulteriore opportunità per molti pensionati con trattamenti bassi: quella di portare la propria pensione fino a 693 euro al mese nel 2026, presentando una domanda all’INPS per ottenere un’integrazione reddituale. Si tratta dell’Assegno di Inclusione, una misura che per gli over 67 può garantire un importo più elevato e che, nel 2026, potrebbe essere aumentata proprio in virtù dell’adeguamento al tasso di inflazione.
Portare la pensione a 693 euro al mese nel 2026: basta una domanda all’INPS
Ricapitolando, il governo ha deciso di rafforzare il potere d’acquisto delle pensioni italiane. In particolare, per le pensioni minime, l’obiettivo è di garantire aumenti superiori alla sola rivalutazione. Quest’ultima, infatti, non basta a rendere più dignitosi gli importi percepiti dai pensionati con redditi bassi.
Ecco perché si prevede un incremento extra di 20 euro al mese. Tuttavia, chi percepisce una pensione minima e dispone di un reddito familiare modesto può ottenere un’integrazione fino a 693 euro mensili, presentando domanda per l’Assegno di Inclusione.
Per accedere a questo beneficio è necessario possedere un ISEE in corso di validità e entro determinate soglie. Attualmente, per i nuclei composti esclusivamente da persone di età pari o superiore a 67 anni (oppure con componenti più giovani ma invalidi), l’Assegno di Inclusione garantisce un trattamento integrativo fino a 8.190 euro annui.
In pratica, chi percepisce una pensione inferiore a 682,50 euro al mese può ottenere la differenza attraverso l’Assegno di Inclusione. Inoltre, chi vive in affitto ha diritto a un contributo aggiuntivo di 150 euro al mese per le spese abitative.
Ecco calcoli e regole per ottenere trattamenti più elevati
Attenzione però ai requisiti: oltre all’ISEE aggiornato, che nel 2026 dovrà riferirsi ai redditi e patrimoni del 2024, è necessario che il valore non superi i 10.140 euro. Inoltre, il reddito familiare deve essere inferiore a 8.190 euro annui, cifra che corrisponde proprio all’importo dell’Assegno di Inclusione (682,50 euro × 12 mesi).
Facciamo un esempio pratico. Un pensionato che percepisce 500 euro al mese e non ha altri redditi ha diritto a 182,50 euro mensili di Assegno di Inclusione. Ciò in modo da da raggiungere i 682,50 euro complessivi. Se vive in affitto, riceverà anche 150 euro in più ogni mese, arrivando a 832,50 euro totali.
Nel 2026, l’Assegno di Inclusione potrebbe essere rivalutato in base all’inflazione, stimata dall’ISTAT all’1,6%. In tal caso, l’importo massimo mensile salirebbe a 693,42 euro. Usiamo il condizionale perché non è ancora certo che l’Assegno di Inclusione verrà adeguato nello stesso modo delle pensioni e degli altri trattamenti INPS. Ma la probabilità è alta, proprio in coerenza con l’andamento del costo della vita.