Con oltre un mese di anticipo, il Tesoro ha annunciato a metà aprile il collocamento di un nuovo BTp Italia con scadenza compresa tra 4 e 8 anni. La vera novità riguarderà tempi e modi con cui il bond retail verrà piazzato sul mercato. Le giornate dedicate ai risparmiatori individuali (famiglie) salgono da due a tre, mentre una quarta verrà riservata agli investitori istituzionali. Inoltre, non ci sarà più la facoltà per il Tesoro di sospendere il collocamento in anticipo, in quanto esso si obbliga a soddisfare tutte le richieste.

Si torna, quindi, alla tecnica “a rubinetto” propriamente detta e che era del BTp Italia delle origini, quando la domanda veniva interamente coperta dalle emissioni.

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Del resto, il Tesoro ha sete di liquidità e maggiori saranno gli ordini, maggiore la copertura del fabbisogno statale. Tuttavia, non tutti i segnali starebbero andando nella direzione sperata. Oggi, il Giappone ha annunciato che, per l’asta dell’8 maggio di titoli di stato legati all’inflazione, l’importo verrà tagliato dai 300 miliardi di yen (2,6 miliardi di euro) inizialmente fissato a 200 miliardi (1,70 miliardi di euro), ai minimi dal 2013. Tokyo non riscontra grosso appetito per questo genere di titoli, essendosi le aspettative d’inflazione piuttosto “raffreddate” negli ultimi mesi.

E il ragionamento vale anche per l’Italia. A causa dell’emergenza Coronavirus, l’economia è in caduta libera e molto probabilmente i tassi d’inflazione nell’Eurozona rimarranno ancora più bassi da qui ai prossimi mesi, se non per qualche anno. Se si guarda al rendimento del BTp Italia ottobre 2027 e cedola reale 0,65% (ISIN: IT0005388175), il più longevo sinora emesso, esso giace di poco superiore all’1,49% offerto dal BTp con cedola fissa di pari durata, segnalando come il mercato si attenda un tasso d’inflazione nullo o persino leggermente negativo da qui al medio-lungo periodo.

E ciò non depone a favore degli investimenti in bond che proteggono dalla perdita di acquisto.

Non solo inflazione, pesa anche Bruxelles

Negli stessi USA, il “breakeven” a 5 anni tra Treasury con cedola fissa e TIPS si attesta al momento sotto lo 0,80%, a meno della metà dei livelli del tardo febbraio, segno che anche presso la prima economia mondiale si sia registrata una caduta delle aspettative d’inflazione. Del resto, dopo l’annuncio del Tesoro è accaduto l’impensabile, ovvero che le quotazioni del petrolio americano siano crollate, addirittura, sottozero, segnando il minimo storico di -37,63 dollari. E ancora oggi, il Brent si attesta a meno di 20 dollari e il WTI in area 11 dollari. Poiché il greggio alimenta le aspettative d’inflazione, il suo tracollo ai minimi dagli anni Ottanta suggerirebbe al mercato un basso rischio di “surriscaldamento” dei prezzi. E se c’è un buon motivo per acquistare BTp Italia, sarebbe proprio per tutelarsi contro un’eventuale accelerazione dei prezzi al consumo.

Infine, attenzione alle date. Il 18 maggio inizia il collocamento, a distanza di due settimane dal Consiglio europeo del 5 maggio, quando i capi di stato e di governo della UE dovranno trovare un accordo per affrontare tutti insieme l’emergenza Coronavirus e il suo terribile impatto sull’economia dell’area. Il punto più controverso resta il “Recovery Fund”. Se risultasse percepito come un accordo non risolutivo dei problemi fiscali dell’Italia, il mercato si terrebbe alla larga dai nostri bond e così come avvenne nel novembre del 2018, quando il governo “giallo-verde” litigò con Bruxelles sul deficit, il flop del collocamento rischierebbe di ripetersi.

Non sarebbe un brutto colpo solo per il buon esito dell’operazione in sé, ma un cattivo presagio per le aste successive del Tesoro. Il fatto che l’annuncio sia arrivato con oltre un mese di anticipo segnalerebbe che il governo riponga grosse aspettative su questa emissione, ma risvegliare l’appetito delle famiglie per un titolo che assicura contro un rischio attualmente percepito molto basso potrebbe dover implicare la necessità di offrire condizioni allettanti, ossia una cedola reale elevata, con il rischio opposto per i conti pubblici di esporsi a una lievitazione dei costi inopportuna per i prossimi anni.

Infine, non è che la preparazione del nuovo bond retail (perpetuo?) di cui si discute da settimane non stia finendo per deviare l’attenzione dal BTp Italia?

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