L’Ungheria torna sul mercato dei bond. Budapest ha fatto ricorso ai mercato internazionale per collocare nuove obbligazioni statali ma, a differenza delle altre volte, non ha scelto il fiorino ungherese, l’euro o il dollaro USA per indebitarsi, bensì il yuan cinese (CNY). Il Ministero delle Finanze ungherese, dopo aver conferito l’incarico a Bank of China, ha infatti collocato alla pari presso investitori istituzionali 1 miliardo di yuan (circa 135 milioni di euro) offrendo una cedola a tasso fisso del 6,25%.

L’obbligazione ungherese (codice ISIN XS1398547130) è stata quotata sulla borsa di Londra ed è negoziabile per importi minimi di 1 milione di yuan (circa 135.000 euro) e corrisponde il coupon su base semestrale, il 25 aprile e il 25 ottobre. Il rimborso è previsto in unica soluzione a scadenza il 25 aprile 2019. Il rating assegnato al debito del Ungheria è speculativo: BB+ per Fitch e Standard & Poor’s e Ba1 per Moody’s, ciò nonostante i rendimenti delle obbligazioni statali in euro sono molto simili a quelli dei Btp italiani e quelli in fiorini appena poco superiori.  

Lo yuan si è deprezzato del 10% negli ultimi 12 mesi

  Il bond ungherese in yuan rappresenta quindi una novità, nonostante la valuta cinese entrerà a far parte del paniere delle valute di riserva mondiali e quindi non è da considerare come valuta emergente o speculativa. Questo non significa che l’investimento obbligazionario sia esente da rischi, anzi. Negli ultimi tre anni la valuta cinese si è rafforzata molto nei confronti di dollaro ed euro: nei confronti di quest’ultima l’apprezzamento è stato del 10% circa. Recentemente, però, il yuan è tornato a indebolirsi per via di un mix di fattori riconducibili essenzialmente alla politica monetaria della BCE e della Banca Centrale Cinese. Così, negli ultimi dodici mesi l’euro ha recuperato il 10% di valore perso nei confronti del yuan, passando da 6,80 a 7,40 circa e il trend potrebbe proseguire.

 

Ungheria: Pil visto in crescita del 2,1% nel 2016

  Per quanto riguarda l’emittente, non vi sono particolari preoccupazioni, nonostante il rating sia “non investment grade”.  Secondo le previsioni della Commissione Europea l’economia ungherese crescera’ dell’2,1% quest’anno e del 2,5% l’anno prossimo, contro il 2,5% ed il 2,2% delle previsioni di novembre della Commissione e del Governo. Il principale motore di crescita saranno i consumi interni. Il tasso di inflazione rimarrà inferiore al target di medio termine del 3% della Banca Nazionale ed è stimato all’1,7% per il 2016 e al 2,5% per il 2017. Il deficit è previsto al 2% del PIL quest’anno e all’1,9% l’anno prossimo. Il debito pubblico scenderà al 74,3% del PIL entro la fine del 2016 ed al 72,4% entro la fine del 2017.  Secondo le previsioni dell’istituto di ricerca economica GKI, nel 2016, a seguito del calo degli investimenti privati e dei fondi comunitari rispetto al 2015, la crescita del PIL sarà pari al 2,3%. Sempre per l’anno in corso, la crescita della produzione industriale scenderà al 5% dal 7% del 2015. Il commercio al dettaglio si espanderà del 3%.