Le obbligazioni con tagli minimi di negoziazione da 1.000 euro sono sempre merce più rara. Gli emittenti preferiscono ormai rivolgersi agli investitori istituzionali o ai fondi d’investimento disposti a sottoscrivere grossi quantitativi di debito in cambio di una remunerazione, a volte, un po’ più penalizzante, ma di sicuro successo. In tempi di vacche magre, infatti, l’investitore retail difficilmente è disponibile a prestare quattrini a società corporate poco conosciute preferendo, in questo senso, le emissioni governative o bancarie che non sono certo esenti da rischi.

Anzi, viste le tensioni e l’alta volatilità che regna sul mercato obbligazionario europeo, i bond bancari e i titoli di stato spesso subiscono violente oscillazioni di prezzo che fanno desistere i risparmiatori. Così, per trovare qualche bond corporate negoziabile per tagli minimi da 1.000 euro bisogna spesso andare oltre confine, dove però le informazioni sono spesso più scarse e, soprattutto, in lingua straniera. Investireoggi è tuttavia in grado di seguire e segnalare talvolta emissioni che meritano attenzione, lasciando poi la valutazione del rischio ad analisti e singoli investitori.

 

Obbligazioni UCB S.A. 4,125% tasso fisso 2021, dettagli e caratteristiche

 

UCB PHARMA

Fra i bond negoziabili per tagli minimi da 1.000 euro nominali, segnaliamo oggi quello della casa biofarmaceutica belga UCB (Union Chimique Belge). Si tratta di una multinazionale presente in oltre 40 paesi al mondo, con un giro d’affari che supera i 3,4 miliardi di euro e 9.000 dipendenti. La scorsa settimana UCB S.A. ha emesso un prestito obbligazionario a valere sul programma Euro Medium Term Notes di 350 milioni di euro con durata 8 anni. Il titolo (Isin BE0002442177) è di tipo senior unsecured ed è stato prezzato a 99,944 per un rendimento finale lordo a scadenza del 4,19%. Negoziabile all’Euronext di Bruxelles e sul mercato non regolamentato Otc, paga una cedola annuale del 4,125% il 4 gennaio di ogni anno fino al 2021. E’ quotato alla borsa del Lussemburgo.

Dopo il collocamento, il prezzo è subito schizzato verso l’alto superando abbondantemente quota 101 per allinearsi ai rendimenti degli altri bond UCB quotati e, in particolare, al UCB 3,75% 2020 da 100 milioni che offre un rendimento finale lordo del 3,35%. Pur non godendo di alcun giudizio da parte delle agenzie di rating, i rendimenti di UCB sono molto buoni e le sue obbligazioni non sembrano destare particolari preoccupazioni, visto anche il settore in cui opera la società che generalmente è poco soggetto alla volatilità e ai cicli economici. UCB è presente sul mercato dei capitali anche con altre obbligazioni a tasso fisso e a scadenza più breve che sono la UCB 5,75% 2014 da 750 milioni di euro (prezzo 104,25) e la UCB 5,75% 2016 da 500 milioni (prezzo 108,46) che offrono rendimenti poco superiori al 2%. Per UCB esiste anche una obbligazione perpetua subordinata, sempre in euro, da 300 milioni, lanciata con successo nel marzo del 2011 e che paga una cedola fissa annuale del 7,75% fino al 2016 (data della call). Ma anche un bond convertibile da 500 milioni con scadenza 2015 che paga una cedola fissa del 4,50% con prezzo di conversione fissato a 38,75 euro per azione.

 

UCB, ricavi stabili nel 2013 ma pesano la pressione fiscale e gli investimenti

 

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Fondata nel 1928 da un uomo d’affari belga, Emmanuel Janssen, UCB è diventata oggi una multinazionale di successo attiva nella ricerca e sviluppo di medicinali innovativi e soluzioni per la lotta alle malattie del sistema immunitario e nervoso centrale. Quotata alla borsa di Brusselles, UCB è diventata famosa per aver acquisito nel 2004 la società britannica biotecnologica Celltech e, nel 2006, la tedesca Schwarz per 4,4 miliardi di euro. Al termine dell’esercizio 2012, UCB ha realizzato ricavi per 3,46 miliardi di euro attraverso la vendita dei suoi principali prodotti: Cimzia® (+50%), Vimpat® (+53%), Neupro® (+53%), Keppra® (-13%). L’ebitda è stato di 665 milioni (-5%) e l’utile netto di 252 milioni, in aumento del 6%. [fumettoforumright]Per i primi sei mesi del 2013, UCB ha realizzato un giro d’affari in flessione del 3% a causa del rallentamento della domanda in Europa e l’ebitda è sceso del 12% a quota 319 milioni, mentre l’utile netto è precipitato del 36% a quota 87 milioni a causa principalmente di maggiori tasse e investimenti.

Per la fine dell’anno, UCB prevede di chiudere l’esercizio con numeri in linea a quelli dell’anno scorso, grazie alla ripresa delle vendite nei mercati emergenti. Il debito finanziario netto è passato da 1,766 a 2,096 miliardi di euro.