Oggi, la banca centrale turca si riunisce per decidere le prossime mosse di politica monetaria. Gli analisti prevedono un terzo taglio dei tassi al 15%. Per questo, il cambio è sotto stress da tempo, con il dollaro ad essersi apprezzato ieri a un tasso fino a circa 10,60 lire turche. Da inizio anno, segna +30%. Un duro colpo per gli investitori in obbligazioni denominate nella valuta emergente.

Le obbligazioni in lire turche sono emesse anche dagli organismi internazionali. Si tratta di un modo per sostenere la liquidità del mercato forex anatolico.

Banca Mondiale e Banca Europea per gli Investimenti (BEI) sono soliti emettere bond in svariate valute emergenti proprio per offrire agli investitori internazionali strumenti differenziati e nell’ottica di un sostegno ai relativi mercati del cambio.

Obbligazioni in lire turche sovranazionali a rischio default zero

Vi proponiamo tre obbligazioni in lire turche, che nell’ultimo anno hanno accusato perdite realmente importanti a causa del collasso del cambio. La prima è una scadenza BEI, 20 aprile 2026 e cedola fissa 11% (ISIN: XS1807207581). Nell’ultimo anno, la quotazione è scesa del 7,7% a 98 centesimi. Considerando anche il -27% accusato dalla lira turca contro il dollaro, per un investitore straniero la perdita sarebbe stata del 35%. A parziale freno vi è stata la corresponsione della cedola, pari al 10,36% del capitale investito. La perdita netta sarebbe stata, quindi, del 24,5%.

E passiamo alle obbligazioni in lire turche sostenibili della Banca Mondiale. Scadenza marzo 2023 e cedola 12% (ISIN: XS1791714147), perdono il 4,7% in termini di prezzo, scese a poco più di 93 centesimi. Considerati il crollo del cambio e la cedola, la perdita accusata dall’obbligazionista sfiorerebbe il 20% (-19,6%) nell’ultimo anno.

Infine, le obbligazioni in lire turche “green” della Banca Mondiale con scadenza marzo 2022 e cedola 8,25% (ISIN: XS1198022706). In questo caso, dato l’avvicinarsi della data del rimborso, la quotazione è risalita più in prossimità della pari, attestandosi ieri a 97,4 centesimi e guadagnando l’1,15% su base annua.

Pur tenendo conto della cedola, l’obbligazionista avrebbe accusato negli ultimi dodici mesi una perdita del 17,5%. E dire che parliamo di bond sicuri, nel senso che il rischio default teoricamente è sostanzialmente nullo. Tuttavia, qui a rilevare è il tasso di cambio. Non a caso, le cedole offerte sono altissime per cercare di scontarlo. Malgrado ciò, le perdite possono essere dietro l’angolo e di entità rilevante anche nel breve termine.

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