SNAM ha emesso questa settimana il suo primo Transition bond EU Taxonomy.Aligned per l’importo di 300 milioni di euro. I proventi dell’operazione saranno impiegati per finanziare la transizione energetica secondo i cosiddetti Eligible Projects individuati con il Sustainable Finance Framework reso noto nel novembre dello scorso anno. Il Transition bond ha scadenza in data 5 dicembre 2026, per cui presenta una durata iniziale di 4 anni. E’ stato collocato sul mercato grazie a Goldman Sachs International. Il prezzo esitato è stato di 99,577 centesimi, a fronte di una cedola fissa annua del 3,375%.

Pertanto, il rendimento offerto risulta essere di 75 punti base o 0,75% sopra il tasso “mid swap”. In altre parole, viaggia in area 3,50%.

Obiettivo: transizione energetica

Dicevamo, il Transition bond finanzierà la transizione energetica di SNAM. A tale proposito, la società punta a raggiungere l’obiettivo della neutralità carbonica entro il 2040. Ed entro il 2025 dovrà avere finanziamenti sostenibili per l’80% del totale, in rialzo dalla quota del 60% del 2021. L’emissione rientra nel programma EMTN (Euro Medium Term Note) da 13 miliardi di euro, approvato dal CDA del 12 ottobre scorso. La quotazione del titolo avverrà alla Borsa di Lussemburgo.

Il Transition bond gode di rating BBB+ per S&P e Fitch e Baa2 per Moody’s. Il rischio di credito teoricamente è medio-basso, essendo l’obbligazione “investment grade”. C’è da dire che la società ha chiuso il 2021 con ricavi per 3,3 miliardi e un utile netto di 1,22 miliardi. Tuttavia, possiede anche debiti per 14 miliardi, vale a dire quattro volte il fatturato. E con il rialzo dei tassi in corso da mesi, il loro rifinanziamento diventa sempre più costoso e impatterà negativamente sui conti aziendali.

Transition bond, bassi rischi effettivi

Detto questo, SNAM non è una società qualunque. Dispone di una capacità di stoccaggio di 16,5 miliardi di metri cubi, la più alta in Europa. E lo scorso anno dai suoi tubi sono transitati oltre 75 miliardi di metri cubi di gas, praticamente quanto l’intera domanda nazionale.

Ma, soprattutto, per il 31,5% è partecipata da CDP Reti, a sua volta controllata da Cassa depositi e prestiti, società del Tesoro.

Difficilmente le obbligazioni SNAM corrono rischi di credito. Lo stato non lo permetterebbe per evitare problemi reputazionali ai danni dei propri titoli del debito. Questo significa che il Transition bond nei fatti offre un rendimento più che soddisfacente, data la durata e il rischio effettivo atteso. Non è un caso che offra meno di mezzo punto percentuale in più rispetto al BTp a 4 anni. Peraltro, il business del gas sarà centrale nei prossimi anni. L’Italia e il resto d’Europa dovranno allentare la dipendenza energetica dalla Russia, puntando su fornitori alternativi, costruzione/acquisti di nuovi asset ed energie rinnovabili.

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