Ieri, il mercato obbligazionario tricolore si è preso una pausa. In gergo, si definiscono “prese di profitto”. In effetti, i rendimenti scendono ormai da settimane e sulla scadenza a 10 anni hanno toccato nuovi minimi storici a poco più dello 0,60%. Per contro, il decennale tedesco è sceso ieri ai minimi da 7 mesi, portandosi al -0,61%. E’ accaduto anche che il segretario al Tesoro USA, Steve Mnuchin, abbia allontanato l’ipotesi di nuovi stimoli fiscali prima delle elezioni presidenziali del 3 novembre, per cui il mercato è corso ai ripari e ha puntato sui “safe assets”.

Detto questo, la BCE entro dicembre dovrebbe varare nuovi stimoli monetari. Il capo-economista Philip Lane ha prospettato un nuovo taglio dei tassi “overnight” e la seconda ondata dei contagi che sta seminando il panico nell’Eurozona non fa che accrescere la convinzione che il costo del denaro verrà portato a livelli negativi finora mai pensati e che le principali banche centrali potenzieranno gli acquisti di bond, finendo per farne sprofondare i rendimenti.

L’Italia continua a offrire i rendimenti più alti di tutta l’Eurozona, insieme alla Grecia. Dovete sapere che su nessun altro mercato si aspira più a portare a casa l’1%, cosa che ancora da noi accade per scadenze dai 15 anni insù. Questo significa che il debito pubblico italiano viene ancora percepito più a rischio di tutti nell’area, pur meno di qualche mese fa, se è vero che lo spread BTp-Bund a 10 anni è crollato a circa 120-130 punti base, quando in aprile stava su livelli più che doppi. Cos’è accaduto da allora? La BCE è intervenuta con acquisti senza precedenti per contrastare gli effetti del Covid, mentre la Commissione ha varato un “Recovery Fund” da 750 miliardi, pur tutto ancora da implementare.

Il volo del BTp 2067 non si arresta e c’è ancora benzina con il target BCE “simmetrico”

Guadagni BTp con nuovo rally

Il rischio sovrano italiano percepito si è abbassato notevolmente grazie all’allentamento fiscale e monetario.

Se il grado di accomodamento monetario si accentuerà nei prossimi mesi, le distanze tra Roma e Madrid, l’altra grande capitale del Sud Europa, stringeranno ulteriormente. Non è fantasioso (tutt’altro) immaginare che i rendimenti decennali italiani si azzerino e che quelli a 30 e 50 anni scendano fin sotto l’1%. Se questo accadesse, vi consigliamo di tenere d’occhio i bond sulle rispettive scadenze, perché si prospetterebbero guadagni interessanti e verosimilmente nell’arco di pochi mesi.

Partiamo dal BTp aprile 2031 e cedola 0,90% (ISIN: IT0005422891). Il nuovo “benchmark” decennale viaggia a poco meno di 102 e ieri rendeva quasi lo 0,70%. Affinché il suo rendimento si azzeri, servirebbe che la quotazione salisse tra 109 e 110. In altre parole, potreste guadagnare il 7/8% con la nuova ondata di stimoli. Quanto alla scadenza a 30 anni, il BTp settembre 2050 e cedola 2,45% (ISIN: IT0005398406) rende intorno all’1,40% e prezza in area 122. Dovrebbe portarsi a 135 per scendere a un rendimento dell’1%, segnando così un rialzo superiore al 10%.

Infine, il BTp marzo 2067 e cedola 2,80% (ISIN: IT0005217390), la scadenza più lunga sinora emessa dal Tesoro. A un prezzo di 132 offre l’1,60% all’anno. Se dovesse scendere oggi come oggi a poco meno dell’1%, gli stessi livelli del Bonos 2066, si apprezzerebbe del 20% fin quasi a 160. Chiunque volesse scommettere sul rally italiano a fini speculativi, avrebbe dinnanzi a sé potenziali guadagni a doppia cifra sul tratto lungo della curva.

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