In settimana, la compagnia telefonica americana T-Mobile ha emesso obbligazioni a 10 anni “senior-secured” per 10 miliardi di dollari, ricevendo ordini per 30 miliardi. Grazie all’abbondante domanda, l’emittente ha potuto rifinanziarsi sui mercati a condizioni a dir poco positive. Mercoledì, la stessa aveva raggiunto un accordo con un gruppo di 16 banche per ottenere un prestito-ponte da 23 miliardi (più dei 19 inizialmente discussi) e finalizzato a finanziare l’acquisizione di Sprint. Il nuovo ceo Mike Sievert, tuttavia, ha definito una “coincidenza” la tempistica dell’accordo, in relazione al bond.

Fusione T-Mobile e Sprint: il nuovo gigante delle telecomunicazioni

In realtà, i proventi raccolti tra gli investitori contribuiranno in misura determinante a restituire il prestito alle banche. E il bond ha esitato un rendimento di 375 punti base rispetto al Treasury di pari durata, per cui offrirebbe cedola annuale del 4,35%. Non possiamo certo affermare che si tratti di un tasso elevato, specie considerando che T-Mobile sia formalmente valutata come un emittente speculativo. Nei giorni scorsi, Moody’s ha tagliato il rating di un gradino, abbassandolo a “Ba2”, mentre per S&P e Fitch il giudizio è “BB+”. Dunque, la compagnia è “junk” o “spazzatura” ai fini dell’affidabilità creditizia.

Eppure, paradossalmente ha spuntato un rendimento inferiore all’ultimo decennale emesso nel gennaio 2018, quando era ancora un emittente “high grade”. In effetti, allora la cedola offerta fu del 4,75%. Qual è il punto? Due anni fa, l’emissione avvenne a spread di 209 punti base rispetto al decennale sovrano USA, il quale offriva un rendimento in area 2,65%. In queste ultime sedute, invece, esso risulta sceso allo 0,60%, con i titoli del Tesoro ad apprezzarsi per la caccia al dollaro che si è scatenata globalmente con l’emergenza Coronavirus. In definitiva, gli spread si sono ampliati, ma meno di quanto siano crollati i rendimenti americani, abbassando i rendimenti assoluti persino di obbligazioni “high yield” come quelle di T-Mobile.

Curva dei rendimenti invertita

La compagnia si è dimostrata assai abile a cogliere il momento giusto per offrire debito. Tra la terza settimana di febbraio e la terza di marzo, infatti, il rendimento medio del comparto high yield era più che raddoppiato fino a un massimo dell’11,38%, il livello più alto dalla tarda estate del 2009. Il mercato si era messo in fuga dai titoli più rischiosi, a causa del forte e veloce deterioramento delle condizioni finanziarie ed economiche globali. Tuttavia, da allora si è registrata una discesa di quasi 200 punti base, anche se già si segnala una nuova inversione di tendenza. Pertanto, T-Mobile ha fatto in tempo a strappare le migliori condizioni possibili in questa fase. Certo, il management ha ammesso che se avesse emesso il bond a febbraio avrebbe spuntato condizioni ancora migliori, ma nessuno avrebbe potuto immaginare cosa sarebbe accaduto di lì a brevissimo termine.

L’aspetto interessantissimo di questa emissione sta nel rendimento meno della metà dei livelli medi vigenti per gli high yield in dollari e, addirittura, di una ventina di centesimi inferiori agli stessi imperanti nel comparto “BBB”, quello meno sicuro dell’area “investment grade”. In sostanza, la compagnia si è indebitata come se fosse ancora oggi un emittente finanziariamente percepito robusto, il che cozza con i rating. E dai minimi toccati un paio di settimane fa, i bond di T-Mobile tradati sul secondario hanno tutti segnato rialzi nell’ordine del 15% e fino al +18% della scadenza febbraio 2028 (ISIN: US87264AAV70). Questa offriva venerdì un rendimento di poco inferiore al 5,75%.

La scadenza a noi temporalmente più vicina è quella che cade l’1 marzo 2023 e cedola 6% (ISIN: US87264AAM71), che sempre nell’ultima seduta offriva il 6,60%, poco più del bond in scadenza nell’aprile del 2024 e +54 centesimi rispetto a quello che sarà rimborsato nel marzo 2025. Dunque, siamo in presenza di una curva invertita, sintomo di aspettative critiche per il medio-breve termine.

Il mercato sconta una fase negativa per i conti di T-Mobile nei prossimi mesi e anni, che si riflette in rendimenti superiori a quelli pretesi per prestale denaro a più lungo termine.

Obbligazioni T-Mobile con cedola 6% per otto anni

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