Il Tesoro ha raccolto stamane 7,25 miliardi di euro con l’emissione in asta di tre nuovi bond a medio-lunga scadenza. Per l’occasione ha fatto il suo debutto il nuovo BTp a 10 anni (ISIN: IT0005518128). Il titolo, scadenza 1 maggio 2033, è stato collocato con cedola fissa lorda del 4,40% all’anno. A fronte dei 3,75 miliardi di euro offerti, al massimo della forchetta preventivata, gli ordini sono stati pari a 4,88 miliardi, per un rapporto di copertura di 1,3. Il prezzo di aggiudicazione è stato di 101,71, corrispondente a un rendimento annuo lordo del 4,24%.

Il rendimento è sceso dal 4,693% dell’asta di settembre, quando, però in asta vi fu una tranche dell’attuale decennale con scadenza nel mese di dicembre, cioè di cinque mesi più corta.

Prezzi in rialzo dopo board BCE

Il prezzo di sbarco sul mercato è stato, dunque, nettamente sopra la pari. Ciò è dovuto al board BCE di ieri, che nell’alzare i tassi d’interesse non ha per il momento varato alcun provvedimento di chiusura dei rubinetti della liquidità con il “quantitative easing”. I reinvestimenti restano, ragione per cui sia i rendimenti che gli spread sono letteralmente crollati nel tardo pomeriggio di ieri. Il vecchio decennale oggi offriva un rendimento in area 4,05% prima dell’asta. In altre parole, il nuovo BTp a 10 anni ha esitato un rendimento a premio di circa lo 0,20%.

Quanto agli altri due bond, collocati tutti i 2,75 miliardi di euro del BTp 1 dicembre 2027 e cedola 2,65% al rendimento del 3,48%. Il prezzo di aggiudicazione è stato di 96,32 centesimi. Infine, 750 milioni sono stati raccolti tramite il CcTeu 15 aprile 2026 con cedola annualizzata 2,512% (spread dello 0,5% sull’Euribor a 6 mesi). Rendimento lordo del 2,54% con prezzo pari a 99,88 centesimi.

BTp a 10 anni con rendimento positivo

Tornando al nuovo BTp a 10 anni, ai prezzi del collocamento odierno la cedola annuale netta effettiva sarebbe del 3,44%, comunque più che soddisfacente per tutelarci verosimilmente dall’inflazione.

La perdita di potere di acquisto attesa in media nel prossimo decennio viaggia, infatti, a meno del 2,50%. Anche includendo commissioni bancarie e imposta di bollo, il rendimento netto reale risulterebbe mediamente positivo. Magari non subito, dato che per l’anno prossimo il governo Draghi aveva stimato per l’Italia un’inflazione al 4,3%, cioè superiore al rendimento lordo offerto dal bond.

Il vecchio BTp a 10 anni al momento ci offre, invece, una cedola netta effettiva del 2,52%. A fronte di una cedola lorda del 2,50%, il prezzo di acquisto odierno sul mercato secondario si trova in area 86,65 centesimi. Il nuovo decennale presenta una cedola più alta dell’1,90% e che era stata fissata dal Tesoro prima del board BCE. Sarebbe probabilmente stata un po’ meno generosa con qualche giorno di ritardo.

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