Non è stato finora un 2021 facile per la Colombia, i cui bond sovrani sono stati declassati al rating “spazzatura” dalle agenzie S&P e Fitch. Nella scorsa primavera, entrambe hanno tagliato il rispettivo giudizio a BB+, mentre per Moody’s questo resta “investment grade” e pari a Baa2. Tutto ha avuto inizio con la presentazione di un piano di austerità fiscale da parte del governo conservatore del presidente Ivan Duque Marquez. Esso conteneva aumenti delle tasse, contro cui si sono scatenate le proteste di piazza.

Poco dopo, arrivano le dimissioni del ministro delle Finanze, Alberto Carasquilla, rimpiazzato da Jose Manuel Restrepo. Il timore che il governo di Bogotà non sia in grado di implementare politiche fiscali solide ha provocato i declassamenti del rating di cui sopra. Ma tra aprile e giugno, cioè nel bel mezzo della tempesta, i bond della Colombia hanno usufruito di afflussi netti di capitali esteri per 10.800 miliardi di pesos, circa 2,4 miliardi di euro. Si tratta di un dato record, che supera del 30% il precedente risalente al 2016.

Ma torna la fiducia sui bond della Colombia

Sta accadendo, infatti, che gli investitori stiano guardando con fiducia all’impegno ribadito dal governo di tagliare il deficit, atteso per quest’anno all’8,6% del PIL. Nel frattempo, la migliorata congiuntura internazionale dovrebbe sostenere il rimbalzo del PIL. Secondo Barclays, l’economia colombiana crescerà quest’anno del 9% dopo il -6,8% del 2020. Se così fosse, i conti pubblici ne uscirebbero rafforzati. Il debito pubblico dovrebbe tendere al 65% del PIL.

A fronte di 15 miliardi di dollari di obbligazioni con rendimenti negativi nel mondo, il quasi 7% offerto oggi dai bond della Colombia a 10 anni appaiono oro. Rendevano il 4,83% a fine 2019. Il calo è stato brusco anche per le quotazioni dei titoli denominati in dollari. Il decennale con scadenza aprile 2031 ha perso l’8,3% e offre così oggi il 3,50%.

Il trentennale ha accusato un più drammatico -13,2%, salendo a un rendimento del 4,44%. Ma il mercato continuerebbe a dare fiducia al paese sudamericano, tra i più stabili sul piano economico e politico dell’intera America Latina.

Per chi volesse investire nella regione, d’altronde, non esisterebbero numerose alternative valide. In questi giorni, il comunista Pedro Castillo è stato proclamato ufficialmente vincitore delle elezioni presidenziali in Perù. I bond hanno reagito positivamente sulla fine dell’impasse dello spoglio e il venir meno dello spettro di tensioni interne. Ma resta il fatto che Lima sarà guidata nei prossimi anni da un professore con idee marxiste. A confronto, il bond della Colombia offrono tutt’altra prospettiva.

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