Il mercato obbligazionario nell’Eurozona segna l’ennesimo record. Secondo Tradaweb, i tre quarti dei titoli di stato nell’area esibiscono ormai rendimenti negativi. Per l’esattezza, degli 8.900 miliardi di controvalore, 6.530 miliardi offrono meno di zero, il 73,25%. Si tratta di un dato in rialzo dai poco più dei 6.000 miliardi di fine settembre e un record dall’inizio delle rilevazioni nel 2016. Di fatto, in un solo mese qualcosa come 500 miliardi di euro di obbligazioni sovrane in più rendono sottozero. Questo significa che per gli investitori sta diventando quasi impossibile puntare su questo segmento del mercato per spuntare rendimenti almeno positivi.

Del resto, persino i vituperati BTp ora infliggono perdite certe alla scadenza fino ai 4 anni, mentre sul tratto a 10 anni offrono intorno allo 0,70%.

Questi dati sono frutto della paura per le prospettive future, che specie sotto la pandemia stanno peggiorando. L’allentamento monetario estremo deciso dalla BCE a marzo per reagire alla crisi sanitaria ha ridotto i rendimenti più di quanto non fossero già bassi negli ultimi anni. La curva sovrana tedesca dall’agosto del 2019 e con brevi eccezioni giace interamente sottozero, con il rendimento a 30 anni ad essere sprofondato al -0,23%.

Come i rendimenti negativi sostengono il dollaro a 2.000 dollari

Il fattore BCE

La BCE ha annunciato giovedì scorso che varerà nuovi stimoli monetari a marzo, in considerazione delle peggiorate condizioni dell’economia nell’Eurozona con la seconda ondata di contagi da Covid e tenendo presente anche la tempistica di un eventuale vaccino. Probabile un ulteriore potenziamento degli acquisti di bond, oltre che il taglio dei tassi overnight, già al -0,50%. Queste previsioni stanno spingendo il mercato a comprare ancora più obbligazioni in euro per ripararsi contro le possibili perdite temute sul comparto azionario, nonché per speculare al rialzo sui titoli di stato, destinati ad apprezzarsi ancora di più con le prossime misure di Francoforte.

E così, il Bund a 10 anni è tornato a rendere ai minimi dal marzo scorso, scendendo al -0,63% di ieri. In restringimento lo spread con il BTp di pari durata in area 135 punti base, segno che il mercato nutra minori timori sulla sostenibilità del nostro debito pubblico rispetto ai mesi passati. Ciò lo si deve esclusivamente grazie all’accomodamento monetario della BCE, come espressamente dichiarato dall’agenzia di rating S&P, che nei giorni scorsi ha promosso l’outloook dei nostri bond a “stabile”. Del resto, fino a quando le emissioni nette di debito verranno acquistate tutte da Francoforte, non ci sono ragioni per dubitare sulla tenuta fiscale dei paesi dell’area. E con l’aggravamento della crisi sanitaria e i conseguenti lockdown imposti nuovamente da quasi tutti i governi, sembra difficile che Christine Lagarde possa ritirare gli stimoli da qui al medio periodo.

Perché i bond nell’Eurozona resteranno tonici anche senza nuovi stimoli BCE

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