E’ stata una seduta caratterizzata dal “sell-off” per il mercato obbligazionario, ieri. In scia alla corsa dei rendimenti americani, l’Europa ha registrato nuovi cali dei prezzi. Lo segnala più di ogni altro la quotazione del bond a 100 anni dell’Austria con scadenza nel lontanissimo 30 giugno 2120 e cedola fissa 0,85% (ISIN: AT0000A2HLC4). In una giornata, ha perso il 4,6%, scendendo sotto 43,70 centesimi. Adesso, si trova in prossimità dei minimi storici toccati a giugno sotto 41 centesimi. Il rendimento lordo alla scadenza superava il 2,20%.

Poca roba, considerata la durata lunghissima del titolo. Eppure molto meglio dei livelli infimi toccati a fine 2020, quando era arrivato ad offrire poco più di un terzo di punto percentuale.

Mercato obbligazionario travolto da inflazione

La cedola annua lorda effettiva è salita nel frattempo a 1,95%. Ciò è dato dal rapporto tra il tasso annuo di 0,85% e la quotazione del bond. Insoddisfacente, dato che in un’ottica di lungo periodo sarebbe forse in grado di coprire la perdita del potere di acquisto provocata dall’inflazione. E allora, vale la pena comprare questo bond? La risposta dipende dalle vostre esigenze. Se disponete di liquidità di cui potete privarvi possibilmente nei prossimi mesi e anni, l’investimento meriterebbe un minimo di attenzione.

A inizio agosto, la quotazione del bond sfiorava i 64 centesimi, raggiungendo i massimi da quattro mesi. Da allora, perde quasi un terzo del suo valore. In queste settimane, è accaduto che le preoccupazioni per l’alta inflazione vigente ormai ovunque nel pianeta si siano infittite. Il mercato sconta rialzi dei tassi più drastici e veloci, ragione per cui pretende rendimenti nominali più alti, cioè prezzi più bassi per comprare obbligazioni.

Quotazione del bond già molto bassa

Tuttavia, il trend negativo non dovrebbe durare ancora a lungo, dato che il mercato sembra avere scontato quasi del tutto lo scenario rialzista dei tassi. In caso di sorprese ancora più rialziste da parte delle banche centrali principali, i prezzi continuerebbero ad arretrare.

Viceversa, inizierebbero a risalire. Ad oggi, i futures indicano che i tassi massimi saranno toccati negli USA e nell’Eurozona nei primi mesi dell’anno prossimo. Da qui ad allora sapremo se la stretta monetaria globale sarà prossima alla conclusione o meno.

La quotazione del bond a 100 anni riflette in modo molto accentuato i movimenti di mercato. Già nelle prossime settimane, in assenza di novità negative sul fronte inflazione, potrebbe risalire. Ad esempio, lo spettro di una recessione economica nell’Eurozona in sé spinge all’acquisto dei “safe asset”, tra cui proprio i titoli di stato austriaci. Tornare ai livelli di inizio agosto sarebbe questione di breve tempo, così come superare tali massimi recenti. Ovviamente, data l’altissima duration, l’investimento resta consigliato ai forti di cuore e che possano evitare di disinvestire nei prossimi mesi o anni. Difficile, però, che i prezzi scendano molto più in basso di così.

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