Mentre i gestori del risparmio s’interrogando sul se e quando entrare sul mercato sovrano italiano, si moltiplicano i titoli di stato divenuti sempre più convenienti. E oggi vi parliamo del BTp 1 agosto 2039 e cedola 5% (ISIN: IT0004286966). Presenta una scadenza residua di 17 anni e rotti, ma debuttò sul mercato obbligazionario con una durata di 32 anni. Ieri, si acquistava sul MoT di Borsa Italiana a una quotazione di 124,55, in calo del 17,6% quest’anno. A questo prezzo, offriva il 2,87% lordo, pari al 2,51% netto.

A inizio anno, rendeva l’1,21% netto. Da allora, quindi, offre l’1,3% in più.

I numeri del BTp 2039

Perché il BTp 2039 è un buon bond per chi volesse investire sul debito pubblico italiano? Essendo stato emesso in anni di alti tassi d’interesse, stacca una cedola semestrale del 2,5%, vale a dire del 5% annuo. Se lo comprassimo oggi, spenderemmo 1.245,50 euro per ogni 1.000 euro nominali. La cedola di 50 euro all’anno ricevuta corrisponderebbe a un rendimento lordo del 4% e netto del 3,51%.

In altre parole, investo 100 e ottengo più di 3,5% ogni anno fino alla scadenza, quando subirò una minusvalenza per il fatto che riceverò un importo alla pari (1.000 euro) inferiore alla cifra spesa per acquistare il BTp 2039 (1.245,50 euro). Tuttavia, sia la cedola che il rendimento appaiono sufficientemente elevati per risultare appetibili. Oltretutto, stiamo parlando di una scadenza non così longeva.

Non è neppure detto che dovremmo attendere la scadenza per vederci rimborsato il capitale investito nel BTp 2039. Se il prezzo tra qualche anno tornasse a salire, riusciremmo a uscire dal mercato senza subire perdite, anzi aumentando il rendimento netto effettivo dell’operazione. Ad esempio, a parità di prezzo, tra due anni questo bond offrirebbe un rendimento lordo del 2,7%, sostanzialmente in linea con la media storica dell’ultimo decennio della scadenza a 15 anni. Tanti ne avrebbe il BTp 2039 nel 2024. In altre parole, ci sono buone probabilità che i prezzi tengano dopo avere scontato il ciclo rialzista dei tassi BCE.

E poi c’è l’inflazione

Chiaramente, se rapportiamo la cedola netta effettiva all’attuale tasso d’inflazione in Italia otteniamo un valore ancora estremamente negativo di -2,7%. Ma il ritmo con cui registriamo la perdita del potere d’acquisto in questi mesi dovrebbe auspicabilmente rallentare nel prossimo futuro. Già con un’inflazione in linea con il target BCE del 2%, sia il rendimento che la cedola netti esiterebbero un risultato favorevole all’obbligazionista.

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