Corrono i BTp, che anche oggi assistono a un crollo dei rendimenti lungo tutte le scadenze, sostenuti dalla decisione della Commissione europea di non chiedere al Consiglio UE l’apertura della procedura d’infrazione contro l’Italia per debito eccessivo. I decennali offrono attorno all’1,70%, i trentennali meno del 2,60%, numeri che non si vedevano da circa 14 mesi. Una goduria per chi avesse scommesso nei mesi scorsi sui nostri titoli di stato. E tra gli investitori istituzionali sono stati in tanti e altri stanno entrando proprio in questi giorni sul mercato sovrano tricolore, attratti dalle prospettive di crescita delle quotazioni e dai rendimenti relativamente ancora piuttosto elevati.

Investire in BTp e guadagnare a doppia cifra in pochi mesi, è appena successo

Immaginiamo di essere un investitore, che l’1 gennaio scorso abbia aperto posizioni sui BTp per complessivi 100.000 euro, suddivisi in parti uguali tra titoli con scadenza 2067, 2049, 2039, 2029 e 2024. Partiamo dai BTp “Matusalemme”, i più longevi d’Italia: li avremmo comprati a meno di 86, per cui avremmo ottenuto 23.285 titoli e che oggi varrebbero 23.725 euro. In più, questi bond ci avrebbero staccato una cedola semestrale dell’1,40%, pari a complessivi 280 euro.

E se avessimo acquistato a febbraio il trentennale, cioè il BTp 2049 emesso alla pari, avremmo speso 20.000 euro per portare a casa oggi 24.786 euro, oltre a una cedola da 385 euro emessa a marzo. Proseguiamo con il ventennale: stavolta, avremmo acquistato ben sopra la pari (a circa 123), ottenendo 16.248 titoli, che varrebbero oggi 22.937 euro. E ci avrebbero fruttato anche una cedola semestrale del 2,50%, cioè altri 500 euro. Analogo il discorso con il decennale agosto 2029: acquistati di poco sopra la pari, oggi varrebbero 22.176 euro, ma ancora niente cedola. Infine, il quinquennale settembre 2024: i 18.348 titoli così acquistati varrebbero oggi 20.888 euro. E 375 euro ci sarebbero già arrivati dalle cedole staccate a marzo.

E il rally dei BTp può proseguire

Complessivamente, avremmo accumulato un valore di 116.052 euro, tra capitale e cedole, per un rendimento lordo di oltre il 16%.

Al netto, scenderebbe a circa 14.045 euro, cioè ad oltre il 14%. In soli 6 mesi, e per un investimento sostanzialmente a rischio nullo. E non è nemmeno detto che sia opportuno disinvestire già, dato che ci sarebbero tutti i presupposti per un prosieguo del rally. Come dicevamo, i nostri BTp restano deprezzati e nel caso in cui si avvicinassero ai rendimenti spagnoli, le quotazioni s’impennerebbero, essendo gli spread ancora elevati.

Come reagire al crollo dei rendimenti per costruirsi un portafoglio remunerativo 

Ad esempio, il nostro trentennale passerebbe dal 2,55% fino all’1,20%, nel caso di azzeramento dello spread con i Bonos odierni, per cui si apprezzerebbe ancora di almeno un altro 25%, più o meno quanto il BTp 2067 nel caso il suo rendimento si “normalizzasse” rispetto ai livelli del resto della periferia. E sopra il 20% rincarerebbe anche il BTp 2039, mentre il decennale guadagnerebbe un altro 12-13% e il quinquennale il 5%. Nessuno ci sta dicendo che le cose vadano in questa direzione o con questa intensità, semplicemente notiamo come vi siano margini significativi per consolidare i guadagni di questi ultimi mesi.

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