Petroleos de Venezuela (PDVSA) estende ancora i periodo di offerta di scambio sui propri bond. La compagnia petrolifera venezuelana non ha ancora raggiunto la soglia minima di adesioni all’offerta di scambio e ha concesso agli obbligazionisti ancora qualche giorno di tempo per aderire.

Come da regolamento, l’azienda petrolifera venezuelana deve raggiungere almeno il 50% di richiesta di adesione alla tender offer promossa sui propri bond in maturazione nel 2017 con altri bond con scadenza 2020 per essere valida. E, secondo rumors, a oggi, non si sarebbe neanche raggiunto il 30% delle adesioni.

Offerta di scambio bond PDVSA 2017, caratteristiche

PDVSA ha lanciato lo scorso mese di settembre un’offerta di scambio volontaria su una serie di obbligazioni in scadenza il prossimo anno per un controvalore di 7,1 miliardi di dollari con un nuovo bond garantito a scadenza nel 2020. Nel dettaglio, l’offerta di scambio (exchange offer)  prevede l’assegnazione per le obbligazioni esistenti PDVSA 5,25% 2017 (codice ISIN XS0294364103) e PDVSA 8,50% 2017 (codice ISIN USP7807HAK16) di nuovi bond senior secured della stessa compagnia, garantite al 50,1% dalla controllata Citgo Holding Inc, con scadenza 2020, cedola fissa annuale del 8,50% e rimborso ammortizzato. L’offerta di scambio è terminata lo scorso 12 ottobre, ma PDVSA ha deciso, come da regolamento, di prorogarla già due volte, fino al 21 ottobre, considerando che la soglia minimia del 50% delle adesioni necessaria per mandare in porto lo swap non è stata raggiunta. Da fonti ufficiali non è dato sapere quanti siano gli obbligazionisti, soprattutto investitori istituzionali, che hanno aderito finora, ma va comunque detto che PDVSA potrebbe benissimo accettare anche un importo inferiore al 50% del totale dei bond oggetto di offerta.

Offerta di scambio bond PDVSA 2017 ancora troppo bassa

Secondo fonti  Reuters, PDVSA sta partecipando anch’essa allo swap acquistando a mercato obbligazioni, per cui è ragionevole pensare che la società accetterà in ogni caso anche un quantitativo inferiore a quello di 3,5 miliardi di dollari (50% dello swap).

  Scopo dell’operazione, infatti, non è togliere di mezzo tutte le obbligazioni scadenti nel 2017, anche perché l’exchange offer si svolge su base volontaria, ma rendere più gestibile i rimborsi e i pagamenti negli anni. E il prossimo anno rappresenta uno scoglio difficile da superare con 7,1 miliardi di dollari di obbligazioni in scadenza, oltre agli interessi da corrispondere. Se le adesioni non miglioreranno – osservano alcuni analisti – c’è il rischio che PDVSA non riesca ad onorare i propri obblighi nel 2017 rischiando il default. Sul mercato internazionale, intanto, la notizia è stata accolta con un’ondata di vendite: i bond PDVSA a lunga scadenza sono scesi di colpo del 7%, mentre quelli in maturazione nel 2017, oggetto di swap, sono rimasti sostanzialmente invariati nei prezzi. Giù anche i titoli di stato del Venezuela che hanno accusato anche il ribasso delle quotazioni del greggio dopo la notizia che l’Iran intende perseguire l’obiettivo di immettere sul mercato 4 milioni di barili al giorno.