La casa automobilistica svedese Volvo ha emesso ieri un bond per 600 milioni di euro, il secondo di quest’anno, nonostante nei mesi scorsi il ceo Hakan Samuelsson avesse escluso il ricorso a emissioni obbligazionarie, a causa delle turbolenze sui mercati. Tuttavia, già a febbraio lo stesso aveva evidenziato la necessità di fonti di finanziamento esterne per sostenere gli investimenti relativi alla produzione di auto elettriche. Le obbligazioni sono state emesse con cedola fissa al 2,125% e di poco sotto la pari, prezzando 99,625, con scadenza aprile 2024, offrendo così un rendimento del 2,205%, +215 punti base sul tasso “midswap” nell’Area Euro.

Il titolo verrà quotato alla Borsa del Lussemburgo dopo la data di regolamentazione, fissata al 2 aprile.

Il CEO di Volvo prevede un enorme aumento delle vendite di ibridi plug-in

La società vanta un rating abbastanza solido. Per S&P, la valutazione del suo debito è “BBB+” con prospettive “positive”; per Moody’s, è “Baa1” e prospettive “positive”; per la canadese Dbrs è “BBB” e outlook “high” e per la nipponica R&I, “A” e prospettive “positive”. Lo scorso anno, Volvo ha chiuso con ricavi per 252,7 miliardi di corone svedesi, pari a 24,27 miliardi di euro, in crescita del 21%. L’Ebit è stato di 14,185 miliardi e l’utile di 9,78 miliardi, generando un cash flow operativo di 4,7 miliardi. Al 31 dicembre scorso, possedeva un net cash di 18,03 miliardi e debiti per complessivi 150 miliardi, di cui 13,2 legati alle emissioni obbligazionarie.

Meglio i bond Volvo in euro?

A febbraio, sempre Volvo aveva emesso un bond per 2 miliardi di corone (ISIN: XS1956898735), con cedola variabile, pari al tasso STIBOR (Stockholm Interbank Offered Rate) + 2,30%, con scadenza febbraio 2023. Da allora, ha guadagnato lo 0,76% e attualmente rende il 2,07%. Pertanto, il bond offerto ieri è stato collocato sul mercato a un rendimento di poco superiore, a fronte di una scadenza di un anno più longeva, ma si tenga conto che in questo secondo caso si ha l’assenza di un rischio di cambio, essendo il bond denominato in euro.

In effetti, per un investitore dell’Eurozona, le obbligazioni in corone svedesi si mostrano relativamente a rischio, se si considera che nell’ultimo quinquennio l’euro si è apprezzato contro la valuta scandinava del 14%.

Prendiamo il bond emesso in corone nel febbraio 2016 e con scadenza nel 2022, recante cedola del 2,5%. Da allora, il cambio svedese ha perso contro l’euro più del 9%, praticamente annullando sia il valore delle cedole nel frattempo corrisposte e sia il minimo rialzo esibito dalle quotazioni. Se oggi disinvestissimo, recupereremmo un capitale svalutato in misura tale da nemmeno essere stato compensato dal rendimento incassato. Pertanto, le obbligazioni in euro di Volvo possono considerarsi una buona occasione per diversificare il portafoglio, puntando su un titolo esterno all’Eurozona e relativo a una realtà solida, che nel solo 2018 ha incrementato del 65% le vendite di auto elettriche, un segmento nel quale punta a rafforzarsi nei prossimi anni.

I modelli ibridi plug-in Volvo rappresenteranno il 25% delle vendite

Per contro, va riconosciuto che un eccessivo eventuale rafforzamento dell’euro inciderebbe negativamente sulle finanze di Volvo, aumentando il valore del suo debito. Per questo, potremmo supporre che, oltre una certa misura, il super-euro finirebbe per deprimere le quotazioni dei bond della casa svedese, se il mercato scontasse maggiori difficoltà nell’onorare le scadenze. Tuttavia, non sembra che essa possa considerarsi a rischio nemmeno in un simile scenario, date le contenute dimensioni delle passività in euro rispetto alle disponibilità liquide.

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