Le obbligazioni in euro a tasso variabile stanno tornando interessanti. Investitori e analisti ritengono infatti che in un portafoglio ben diversificato non può mancare questa categoria di bond, visto e considerato che la Bce sta cominciando a considerare un aumento dei tassi.

 

I bond a tasso variabile sono quindi uno strumento idoneo a cogliere questo tipo di cambiamento senza subire particolari alterazioni nei prezzi, ma solo negli interessi a maturazione. A parte i titoli di stato europei che offrono ormai rendimenti negativi, le occasioni si possono cogliere solo sul comparto dei corporate.

Assumendosi qualche rischio in più naturalmente.

 

Obbligazioni a tasso variabile SoLocal Group 7% 2022

 

Parliamo oggi delle obbligazioni high yield SoLocal Group (ex Pages Jaunes francesi). Il bond è una derivazione del lungo processo di ristrutturazione del debito di Pages Jaunes e che ha visto un taglio drastico da 1 miliardo di euro a circa 400 milioni, tutti caricati sul bond quinquennale a tasso variabile. L’obbligazione SoLocal (Isin FR0013237484 ), collocata a 100, corrisponde un coupon a tasso variabile indicizzato all’Euribor trimestrale con una maggiorazione del 6% e un minimo garantito (floor) del 7%. Al momento, quindi, essendo l’Euribor trimestrale negativo la cedola è del 7% pagabile il 15 marzo, 15 giugno, 15 settembre e 15 dicembre di ogni anno. Il rimborso è previsto in unica soluzione alla pari il 15 marzo 2022, salvo possibilità di richiamo anticipato secondo le clausole previste dal prospetto informativo. Il bond è senior secured ed è negoziabile presso la borsa del Lussemburgo per importi minimi di 1.000 euro.

 

I risultati del primo semestre 2017

 

La ristrutturazione finanziaria del Gruppo SoLocal, finalizzata all’inizio di quest’anno, ha contribuito a ridurre il debito della società di più di un miliardo di euro a 400 milioni, che dovrebbe consentirle di accelerare gli investimenti in digitale e la sua trasformazione. Questo è il significato del progetto “Conquer 2020”, il piano strategico istituito da Jean-Pierre Rémy la scorsa estate che persegue la crescita vicino al 10% per le vendite su Internet, contro il 1,3% nel 2016, e un margine EBITDA ricorrente tra il 28 e il 30% contro il 28,2% dello scorso anno.

Il gruppo dei media ha pubblicato risultati semestrali deludenti. I ricavi sono in calo del 5% a 386 milioni di euro con un margine operativo lordo che è sceso del 18% a 91 milioni. I ricavi delle attività su Internet sono rimasti stabili: il declino della ricerca locale (SEO, ranking) compensato la forte performance del marketing digitale. Tuttavia, le attività internet EBITDA sono diminuite del 10% a 81 milioni. Il debito netto e passato da 1,1 miliardi di euro a 357 milioni  dopo la ristrutturazione per un rapporto debito/Ebitda sceso a 1,7 x.